Stando a quanto è scritto all’interno del booklet di questo cd, il progetto PPF (acronimo di Plastic People Fondation – mi domando se quest’ultima parola è stata volutamente scritta alla francese o se si tratta semplicemente di un errore di spelling – ) è molto semplice da descrivere poiché ha come intento principale quello di mettere in forma musicale il cosiddetto “suono dannoso”. Sempre nel libretto si aggiunge che i suoni elettronici dei PPF costituiscono versioni diverse di una stessa visione: la decadenza dell’umanità. In effetti l’ascolto dell’album è un’esperienza alquanto disturbante: l’industrial proposto da questi francesi è piuttosto minimale e ripetitivo, ma i vari brani vengono per così dire “movimentati” da speech parts che più che parlate sono spesso urlate rabbiosamente. Il tutto risulta essere piuttosto pesante da digerire, specie a lungo andare dato che i nove brani dell’album hanno una durata complessiva di circa 67 minuti, però bisogna ammettere che da un certo punto di vista la band è riuscita pienamente negli intenti dichiarati booklet!! Disco consigliabile solo agli appassionati di questo genere.