I giuovini musici in questione deliziano i nostri sensi con atmosfere oniriche e rilassanti (oh fato benevolo!, quanto le desiavo!), avvalendosi di strumentazioni acustiche e di una bella voce, quella della brava Raffaella, ben calata nell’atmosfera di generale pacatezza che pervade l’operina. Non rilasciamento, rammollimento, ben si badi, mai la tensione interpretativa abbandona i nostri, bensì una naturale predisposizione all’abbandono, alla melancolica et solinga cogitazione. E come non rimaner ammaliati dalla soavità di un pezzo come “Agane”, dalla silvestre leggiadrìa richiamante il ballo d’una coppia d’arcani amanti, e le loro movenze delicate su d’un prato intessuto dalla brina, sotto il ciel terso d’una notte iemale appena rischiarata dall’incerto lucor lunare? Sì, sentimenti di ponderata letizia ispirano queste sei canzoni, balsamo tonificante, anco pelle anime più impietrite dall’ignavia alla quale ci condanna il moderno esistere! Ma come non citare pure “The sky of the lake” ch’apre il disco (dedicato alle creature d’acqua ed alla loro enigmatica, seducente ed incantata presenza), “Anja”, la mirabilissima “Gwrageth-Anoon”, il divin afflato che sottintende “Argea (the faithful faery)” e “The mermaid song”? Sarebbe delittuoso tralasciarne solo una! Oltre a Raffaella, un plauso a Viola (al flauto, al piano, oltre che voce), a Federico (sue le liriche, inoltre chitarra e voce virile), a Francis (chitarre e synth), ed a Federica Tavano (ospite al violoncello).
Email: aeterna@libero.it