Tra le numerose uscite interessanti di questa ultima parte del 2002 c’è anche il nuovo e atteso album dei romani Ain Soph, gruppo la cui importanza è stata spesso sottovalutata qua in Italia e della quale molti si stanno accorgendo solo adesso, grazie soprattutto alle ristampe del vecchio materiale uscite in questi ultimi anni. Sicuramente Ottobre verrà accolto dagli ascoltatori nei modi più svariati: per qualcuno magari suonerà strano e sconclusionato, difficile da capire e da apprezzare, altri invece lo troveranno affascinante e particolarissimo. Io faccio parte di questa seconda categoria di persone e, a dir la verità, la cosa non mi sorprende affatto dato che praticamente ogni album di questo gruppo ha rappresentato per me una grande (e piacevole) scoperta. Se è vero che il sound degli Ain Soph non è più quello eso-industrial degli inizi, è altrettanto vero che le loro più recenti composizioni sono comunque caratterizzate da atmosfere cupe e oscure, capaci di avere un effetto straniante sull’ascoltatore, e tutto questo accade nonostante siano abilmente “camuffate” da ballate rock/folkeggianti. Dei sette brani presenti nel cd devo citarne due che mi hanno particolarmente colpito, cioè “Cavalieri del tempo” (che farà felici i fan dei Der Blutharsch!) e il lunghissimo e conclusivo “Koda”, da soli più che sufficienti a giustificare l’acquisto di Ottobre. Il mio consiglio è quello di ascoltare con calma questo album: probabilmente all’inizio ne rimarrete stupiti e sarete incerti su come valutarlo, ma state certi che ad ogni nuovo ascolto scoprirete qualche aspetto che magari prima non avevate notato e che, di conseguenza, ve lo farà apprezzare sempre di più…