Ver Sacrum Questi due mcd, pubblicati a distanza di un mese l’uno dall’altro (rispettivamente ad ottobre e novembre 2002) vanno a completare la trilogia aperta dall’album Inferno. Una grande opera quindi, suddivisa in tre capitoli, contraddistinti (per quanto la mia limitata conoscenza della lingua tedesca mi abbia permesso di capire) da testi introspettivi, imperniati sulla spiritualita’ e la ricerca di equilibrio ed armonia universali. Temi da sempre cari alla band di Peter Spilles, portabandiera sin dagli inizi di carriera, di temi sociali come l’ecologia, il pacifismo, lotta alla vivisezione, ecc…. La prima cosa che colpisce dei due mcd e’ la raffinatezza dell’artwork, con due libretti corredati da belle immagini su carta lucida; immagini piu’ “solari” per il mcd View from a throne e piu’ “notturne” per il mcd Trialog. La musica non e’ da meno dell’artwork; nei 10 brani (equamente divisi tra i due mcd) troviamo brani veramente belli, elettro-dark estremamente raffinata che ha nei Pitchfork dei riconosciuti maestri. I brani di questi due mcd sono a mio avviso piu’ belli e piu’ “immediati” rispetto a quelli apparsi sull’album Inferno. Diverse le canzoni meritevoli di citazione anche se non vi e’ l’hit destinato ad allungare la serie dei “cavalli di battaglia” della band amburghese; ottime “View from a throne” , “Die Schlange vs. (Damon der antwort)” e “Corpus Hermeticus (Body/Spirit)” : brani incalzanti dove si fa sentire l’apporto della chitarra elettrica. Anche i primi due brani di Trialog proseguono su questa strada: “Behind the fog” e “Tal der Dornen” con la loro carica dinamica ci introducono alle crepuscolari e bellissime “Inferno” (con il pianoforte in primo piano) e “Radiolarie” oscura e minimalista con il cantato quasi sussurrato. Decisamente due ottimi lavori per questa storica band tedesca a cui non ha certo nuociuto l’essere passata sotto major discografica. A differenza di quanto si potesse temere, il loro sound non si è certo reso piu’ commerciale, anzi …. questa trilogia è costituita sì da ottimi brani, ma si tratta di musica in maggior parte più adatta all’ascolto “casalingo” che non per ballare in discoteca. Trovo che i Project Pitchfork siano un gruppo che ha saputo evolversi nel corso degli anni e non ha mai avuto paura di sperimentare nuove soluzioni, anche a costo di “toppare” come nel caso del mediocre Eon Eon, sapendosi meritare ampio consenso internazionale; non c’è dubbio che i maestri dell’elettro-dark mondiale sono loro.