Non posso, non voglio! vestire i panni del recensore imparziale! Come rimanere freddo nei confronti di un gruppo capace di rendere con tale maestria uno dei brani che decisamente hanno segnato la mia giuovinezza, ovvero la sublime “Nightporter” dei Japan? I Lily’s Puff sono tornati, grazie a Dio, e lo hanno fatto con un disco, ancora una volta, assolutamente me-ra-vi-glio-so. Accanto a Marco Fabro, voce maledetta, superbo interprete di ansie ed emozioni, autore di una maturazione artistica stupefacente, ed al validissimo Paolo Corberi,firma di alcuni degli episodi più incisivi dell’opera, v’è ora una schiera di validissimi sodali, i quali, tutti, contribuiscono alla compiuta riuscita di ogni singolo brano che li vede protagonisti. Alla breve “December 1877” il compito d’aprire il dischetto, introducendoci alla darkeggiante “Night Dress”; le vocals fanno riandare la memoria ai precedenti lavori, inducendo una singolare sensazione di circolarità: come riprendere la lettura di versi troppo amati, che solo il Tempo c’indusse ad abbandonare. Pagine ingiallite che ritrovano vigore… Presente e passato si rinsaldano all’incipit di “Awakening”, poscia lo sviluppo del pezzo sorprende col suo sinuoso andare jazzato, ed emergono indistinte immagini di locali notturni saturi di fumo e brulicanti d’umanità perduta alla ragione. “Hands” scivola veloce, fra piano e loops ossessivi, graffiata dalla viva interpretazione del cantante. Irrompe una “Crashing Diamond” dal testo magnifico ed ove prevalgono smarrimento e paure ingenerati da sonorità strazianti e claustrofobiche. Peccato, solo due minuti e poco più… “Night Dream” è foglio di diario strappato dal vento della Rimembranza, affondante nel mare di pece della Memoria trascolorita. E’ incubo di bimbo, è terrore ancestrale che, liberandosi dagli atri recessi della Coscienza, sale alla mente serrando le viscere. “Beloved” è il sordo romore di passi affrettati sul selciato tappezzato di foglie marcite, attutito e reso vieppiù indistinto dalla coltre di nebbia, è incontro fugace fra gli scarnificati tronchi di alberi dormineti d’un parco sospeso nell’inverno umido di pioggia. Un cielo plumbeo annunziante tormenta incornicia la disperazione di “Naughty Man”, “Ghost (and the cat) ha suo modo sa essere dolcissima, essendo fuga onirica dalla realtà ch’opprime, alla ricerca di chiavi argentate che ci permettano d’aprire le porte del Regno dei Sogni… Dominata da un organo minaccevole, “Black Silver Melted” acquista un peculiare flavour seventies, rimanendo comunque fermamente ancorata in ambiti dichiaratamente oscuri, accentuati nella successiva, breve scheggia “Yrla” della quale è matrigna. La modernista e cantilenante “Turnaround” è palestra per gli enigmatici esercizi vocali di Virginia Boemo, brava ad attribuire alla traccia l’impronta della propria identità. Di “Nightporter” nulla voglio aggiungere, è un caso, ma la richiamai sovente, nel corso di una datata intervista radiofonica a Marco e riferendomi in questa sede ai precedenti capitoli della vicenda artistica dei LP. Rispetto e grande competenza omaggiano l’originale, rispecchiando il valore dei suoi esecutori. Chiude “Death Face”, bonus-track che riprende, intergra e completa “Turnaround” ed un disco bellissimo. Confezione appropriata all’elevato valore dell’opera, la quale merita davvero d’appartenere all’Arte, seppur a quella meno esposta alle radiazioni urticanti della massa e, proprio per questo, alla caducità. Un disco destinato a sopravvivere alle mode ed agli eventi, indubbiamente, non a caso prodotto da un’etichetta piccola ma assai vivace, slegata dalle regole del mercato, attenta solo ai valori genuini.

Per informazioni: http://www.lilyspuff.tk
Web: http://www.nailrecords.com