Non c’è da stupirsi se l’evoluzione artistica di Andrea Haugen è stata alquanto inusuale: lei è senza dubbio un personaggio fuori dalla norma (per rendersene conto basta vedere come ha risposto a quest’intervista!!), che in questi ultimi dieci anni ha dato vita a progetti musicali piuttosto diversi tra loro ma sempre molto interessanti. Dopo l’esperienza con le Aghast, dark ambient band che nel 1994 realizzò l’album Hexeri im zwielicht der finsternis, Andrea si è dedicata per molto tempo ad Hagalaz’ Runedance, pubblicando gli ottimi cd The winds that sang of Midgard’s fateVolvenFrigga’s web e il mini Urd – That which was. Conclusa anche quell’esperienza, l’artista ha deciso di riproporsi con un altro nome e un disco nuovo di zecca (Laguz – Within the lake, uscito per Karmageddon Media), all’interno del quale si mescolano sonorità folk e gothic che danno origine a brani molto efficaci e di grande impatto.

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Ciao Andrea, vuoi parlarci dei motivi che ti hanno spinto a porre fine al progetto denominato Hagalaz’ Runedance?

Con Hagalaz’ Runedance ho realizzato tre album di successo ispirati a sonorità folk/medievaleggianti e legati ai temi dell’antica spiritualità nordica, ma negli ultimi tempi avevo iniziato a rendermi conto che il concept creato per questa band, oltre che il sound da essa proposto, stavano diventando troppo limitanti per me. Realizzando quel tipo di musica e scrivendo il libro The ancient fires of Midgard ho iniziato ad attirare l’attenzione di un pubblico sempre meno “alternative”, che si è fatto di me un’idea abbastanza lontana dalla realtà. Ho avuto l’impressione che quest’ultimo mi considerasse una specie di “strega delle foreste che suona della musica folk carina”, e tutto ciò mi metteva a disagio perché io non mi sento realmente così. In fin dei conti sono una “ragazzaccia” (ah ah!!) , una persona che esplora la vita e che ha sempre vissuto in maniera abbastanza sregolata ed estrema, perciò avevo voglia di mostrare chi sono veramente e di parlare di quello che ho fatto. Ho sentito il bisogno di esplorare stili musicali diversi e di concentrarmi in particolar modo sui miei sogni, le mie sensazioni, le esperienze oscure, i mondi paralleli e la magia che mi circonda. Ora come ora voglio solamente esprimere ciò che è dentro di me, essere coerente con me stessa e non limitarmi più ad un genere specifico. Essendo un’artista (e una pagana) cerco continuamente di crescere, di imparare e di mettermi in discussione. Inoltre ho anche iniziato a lavorare in altri campi artistici, occupandomi ad esempio di arti visive.

Come descriveresti i brani del tuo nuovo album? Personalmente ritengo che, da un punto di vista stilistico, le canzoni di Nebelhexë siano molto più varie di quelle di HR, ed avrei quindi la curiosità di sapere se tutto ciò è legato al fatto di aver iniziato ad apprezzare generi musicali che magari in passato non ti interessavano…

I nuovi pezzi continuano a mantenere un forte legame con la musica di HR, ma ci sono anche molte influenze del gothic perché questo genere, insieme alla wave, all’industrial e al synth-pop, mi ha sempre ispirato moltissimo (tra le band che mi piacciono particolarmente potrei citare Depeche Mode, Killing Joke, Bauhaus, Kate Bush, Dead Can Dance, Skinny Puppy ecc.). Tra l’altro ho voluto fare una sorta di omaggio agli anni ottanta riproponendo “Bird song” di Lene Lovich, vale a dire una delle canzoni che mi hanno maggiormente influenzato: da bambina ho visto Lene cantare questo brano in tv e sono rimasta affascinata sia dalla sua immagine dark che dalle sonorità “tetre” che proponeva. Adesso il mio scopo principale non è più quello di creare musica che si rifaccia ad un unico stile e che abbia caratteristiche ben precise (come accadeva ai tempi di

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HR), bensì quello di comporre in totale libertà il tipo di materiale che più mi piace.

Perché hai deciso di andare a ripescare proprio il nome “Nebelhexë”, che avevi già usato in passato (quando facevi parte delle Aghast)?

Ho deciso di recuperare il mio vecchio nome (che significa “strega della nebbia”) perché in qualche modo volevo ritornare alle “origini”, vale a dire a tutte quelle visioni occulte e oscure che mi ossessionavano nel periodo in cui vivevo a Londra. Vorrei però sottolineare che questo non ha nulla a che vedere con il progetto Aghast, di cui ho fattoparte nel 1994. Non sono mai stata una vera e propria appassionata di musica ambient, per cui quel progetto non ha mai realmente rappresentato quelli che sono i miei gusti musicali.

Che strano, perché io invece ho avuto l’impressione che ci fossero dei legami tra certi aspetti che caratterizzano i tuoi nuovi brani (vedi ad esempio “Celtic crows”) e il sound che proponevi ai tempi di Hexeri im zwielicht der finsternis…

No, in realtà non era nelle mie intenzioni creare musica che avesse a che vedere con il materiale realizzato con le Aghast: quello è stato il mio primo progetto musicale, creato non solo da me ma anche da altre persone, e non lo metterei a confronto con la musica “progressiva” a cui ho lavorato in questi ultimi anni!

Ho molto apprezzato le immagini contenute nel booklet di Laguz – Within the lake, davvero molto belle, curate e particolari. Puoi dirci qualcosa su di esse?

Con questo album volevo riuscire a combinare la mia musica con altre espressioni artistiche, difatti le foto e i disegni contenuti nel libretto sono un modo di rappresentare “visivamente” le mie canzoni e le mie emozioni. Mi piacerebbe molto continuare ad esprimermi attraverso la realizzazione di foto e di film/video, ed attualmente sto lavorando su alcuni romanzi a fumetti che conterranno anche i due disegni che fanno parte dell’artwork del cd.

Ti descrivi come una “pagana” e una “strega”… Qual è per te il significato di queste parole?

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Per me essere “pagana” significa essere libera ed agire con naturalezza e spontaneità, senza dover sottostare ai limiti imposti dalle religioni patriarcali e dogmatiche. Essere “strega” significa esplorare la vita, comunicare con il cosmo, influenzare il proprio destino e soprattutto crescere come persona. Personalmente vedo la vita come un percorso (o un viaggio) durante il quale si presentano tante nuove opportunità e anche molti ostacoli da superare. Sono convinta che ci siano sempre nuovi inizi nella vita….

Non hai mai nascostodi essere affascinata (e di trarre ispirazione) dal mistero della natura, qual è la tua relazione con quest’ultima?
Ho sempre avuto una specie di feeling innato, senza sapere cosa fosse esattamente… Attribuisco molta importanza alla libertà dello spirito, rispetto il mondo naturale e comunico con gli animali, inoltre ho da sempre abilità magiche e non ho mai avuto paura degli aspetti oscuri legati all’esistenza umana, quelli che la società comunemente identifica con la parola “male”. Non mi è mai piaciuto l’insegnamento discriminante impartito dalle religioni patriarcali e penso che sia del tutto sbagliato. Ad ogni modo ho iniziato ad interessarmi veramente alle vecchie tradizioni pagane quando avevo circa diciannove anni, e infatti solo allora ho iniziato a lavorare sulle “abilità” a cui facevo riferimento in precedenza.

Ti piace esibirti dal vivo? C’è qualche concerto che magari ricordi in maniera particolare e del quale vorresti parlarci?

Sì, amo molto le performance dal vivo… Naturalmente mi è capitato di esibirmi in show più o meno riusciti e davanti a tipi di pubblico molto diversi, ma direi che i migliori concerti sono quelli tenuti al Wave Gothic Treffen di Lipsia. Amo molto quel festival ed è bellissimo esibirsi in un palco grande, inoltre mi piace incontrare altri musicisti ed andare agli aftershow parties, così come incontrare gli amici che lavorano al mercatino pagano/medievale. Lipsia ha veramente molto da offrire! Quest’anno spero di poter fare un tour in Sud America, e sono certa che sarà un’esperienza molto eccitante.

Sei ancora in contatto con la scena black metal norvegese? C’è un legame tra quest’ultima e la tua musica (o le tue idee)?

Beh, guarda, non ho nessun interesse per tale scena ora come ora. Una decina d’anni fa ho conosciuto persone come Samoth (ex Emperor, ora con gli Zyklon), Satyr (dei Satyricon), Ihsahn e Faust (ex Emperor), Trickster G. (degli Ulver) e Mortiis, che si ispiravano molto alle mie idee… Adesso sono tutti dei musicisti rispettabili e siamo ancora in buoni rapporti.

E i tuoi programmi futuri?

Non so dirti nulla di preciso, o di concreto… solamente che sono impegnata con parecchi progetti artistici e che spero di portarli a compimento molto presto!!

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Nebelhexë – sito ufficiale

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