Vegetable G: A perfect spring
Sembra che l’etichetta di Ivan Iusco sia uscita dopo un periodo di apparente torpore; probabilmente sono io che ho perso I contatti, ma non so perché ho avuto l’impressione che, dopo un periodo di buon fervore, l’etichetta fosse entrata in una sorta di lento letargo; le recenti uscite dei Pankow e di questi Vegetable G potrebbero riportarla al posto che merita all’interno del panorama elettronico italiano. Il CD che sto cercando di recensire, infatti, tenta di sfuggire ad ogni possibile catalogazione, e devo dire che ci riesce anche molto bene: siamo in presenza di una varietà notevole non solo di influenze ma anche di tipologie musicali a tutti gli effetti. Devo dire che già la lettura della formazione mi aveva preparato a qualcosa di veramente particolare; si tratta di cinque musicisti che suonano un po’ di tutto: flugelhorn, doublebass, violino, chitarre bassi, pianoforti e forti, continui trattamenti elettronici. In questo interessante calderone si può trovare veramente qualunque cosa: dai violini riverberati alla Blaine L. Reininger ai breakbeat e al drum ‘n’ bass intelligente di casa Minus Habens, da slanci psichedelici alla Porcupine Tree, ai glitch, alle voci filtrate e lavorate, fino ad arrivare addirittura ad arpeggi che mi hanno riportato alla mente i delicati arabeschi di Robin Guthrie, in una varietà di mescolanze e commistioni che denota fantasia e cultura musicale. Stiamo parlando di un disco che vale senz’altro la pena ascoltare, anche se la sua varietà mi rende difficile consigliarlo a qualcuno in particolare: per gradirlo serve sicuramente un po’ di apertura mentale in quanto il continuo cambiamento può a volte lasciare frastornati ma allo stesso tempo potremmo dire che chiunque (beh, quasi!) può trovare elementi interessanti e consoni ai propri gusti. Nel complesso, pur non essendo esattamente il tipo di musica elettronica che ascolto normalmente, devo dire che sono rimasto favorevolmente colpito da questa nuova produzione italiana.