Senza dubbio con Halo Star i Black Tape hanno realizzato il loro capolavoro. Le ottime impressioni suscitate da Tarnished, il singolo che ha anticipato l’uscita del CD, sono assolutamente confermate dall’arrivo del full-length. Halo Star è innanzitutto una collezione di splendide canzoni, ispirate e ben suonate. L’album pur nella solidità dell’insieme appare assai ricco musicalmente: si compone di brani eterei, con “heavenly voices” femminili e maschili, di ballate oscure, di bellissimi episodi dark-wave con influenze etniche, in particolare per quanto riguarda le percussioni. La formazione che Sam Rosenthal ha riunito per questo lavoro vede tra gli altri sua moglie Lisa Feuer, Michael Laird (Unto Ashes), Bret Helm (Audra), Elysabeth Grant e Vicki Richards, un ensemble di musicisti il cui talento si è qui unito in modo perfetto ed eccelso. Il CD si apre con “Glow”, breve strumentale di gusto etnico, a cui fa seguito la già menzionata “Tarnished”. Eccellente la malinconica ballata che segue, “The Gravediggers”, incentrata sulla chitarra acustica e le tastiere. Originale e azzeccata è “Knock three times”, col suo andamento “jazzy”, quasi un brano di Tom Waits in chiave gotica. Il momento più emozionante dell’album arriva con la traccia 7, “Scarecrow”, una summa perfetta dei suoni e degli umori di questo disco, con le sue percussioni etniche, le chitarre acustiche stile “neo-folk” su cui irrompe una chitarra elettrica distorta dal sapore dark, un tappeto di tastiere, il tutto incentrato intorno ad una melodia bellissima. Altrettanto bellissima e struggente è la melodia di “Already Forgotten”, costruita su un giro di piano elettrico, tastiere e viola. Non c’è un solo memento debole in quest’album, nessuna deriva verso lidi troppo leziosi o uniformi. In una parola Halo Star è un album perfetto. Consigliatissimo!
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