Il movimento denominato “Visual Kei” (letteralmente: “stile visivo”) non è molto conosciuto qua in Italia e agli occhi dei più appare come qualcosa di nuovo, ma in realtà si tratta di un fenomeno musicale che esiste già da parecchi anni. Stiamo parlando di una sorta di sottogenere del rock giapponese (il cosiddetto “J rock”) a cui sono dedite formazioni accomunate più dall’estrema ricercatezza/particolarità del look adottato che non dallo stile musicale proposto. Nato negli anni ottanta dalla fusione di generi come l’heavy metal, il gothic, il punk, il glam e l’industrial, il Visual Kei si è progressivamente affermato come fenomeno in cui musica e immagine sono legate a doppio filo. Le visual band sono famose per le loro capigliature eccessive e sgargianti, ma anche e soprattutto per gli stravaganti e pomposi abiti in pelle, pizzo o pvc. I costumi utilizzati fanno riferimento a correnti estetiche differenti tra loro, si va infatti dal look prettamente gotico a quello che richiama il Settecento francese, passando per il cyberpunk e per tutto ciò che prende ispirazione da anime e manga. Benché la maggior parte dei gruppi sia formata da uomini, l’immagine con la quale questi si propongono è molto spesso androgina e ambigua, oltre che caratterizzata da trucco pesante e da elaboratissimi accessori. C’è però da notare che, talvolta, alcune formazioni inizialmente affermatesi grazie allo stile visual decidono di abbandonarlo a favore di un’immagine più classicamente rock e, oserei dire, normale.
Tra gli iniziatori del movimento vanno senz’altro menzionati gli X Japan, che negli anni ottanta si fecero conoscere soprattutto per le loro folli acconciature, ma il vero boom della scena ci fu solo nei primi anni della decade successiva, grazie al successo ottenuto da band come Zi:Kill, Kuroyume, Baiser, Luna Sea e Shazna. In anni recenti sono nati persino dei sottogeneri del visual (ne sono un esempio EroGuro e Angura Kei) e anche i fan stessi si sono organizzati sempre più, arrivando a creare dei veri e propri clan caratterizzati a loro volta da un look specifico: uno dei più famosi è quello delle gothic lolita, formato soprattutto da ragazze giovanissime (ndr. si veda l’articolo L’estetica della Visual-kei). Ultimamente il fenomeno visual ha iniziato ad espandersi anche in America ed Europa, difatti gruppi come Dir en Grey, D’espairsRay, Sex Machineguns, Moi dix Mois, Kagerou, MUCC, Kagrra, Calmando Qual e Hagakure hanno avuto modo di esibirsi dal vivo anche al di fuori del Giappone. Con la speranza che molto presto riusciremo a vederne qualcuno nel nostro paese (ndr. accadrà presto con i D’espairsRay), vi proponiamo uno speciale che riguarda in particolar modo quattro di essi: Moi dix Mois, Dir en Grey, Merry e MUCC.
Moi dix Mois
A pochi mesi dallo scioglimento della sua precedente band, denominata Malice Mizer, il chitarrista/compositore Mana (uno dei più importanti artisti della scena visual) fonda i Moi dix Mois (termine che in un francese storpiato vorrebbe significare “i miei dieci mesi”). Inizialmente l’identità degli altri due componenti del gruppo non viene svelata (nelle foto promozionali i loro volti appaiono coperti da una maschera sulla quale compare l’iscrizione “dix”), ma si tratta solo di un trucco per attirare l’attenzione dei media sulla nuova creatura musicale del poliedrico Mana. Ben presto l’idea di usare le maschere viene abbandonata ed egli presenta i suoi nuovi collaboratori: Juka alla voce e Kazuno al basso (ai quali si aggiunge il batterista Tohru, che però non entra subito a far parte della line-up ufficiale). Poco tempo dopo la nascita della band (che risale al 2002) esce il primo singolo, Dialogue symphonie, mentre il 19 marzo 2003 (giorno del compleanno di Mana) viene pubblicato l’album d’esordio, intitolato Dix infernal. A questo segue un tour e la pubblicazione di un dvd, Dix Infernal – Scars of Sabbath.
Il secondo disco dei Moi dix Mois (Nocturnal opera) esce nel luglio 2004, e nello stesso anno Tohru diventa membro del gruppo a tutti gli effetti. Seguono altri tour (che includono anche alcune date europee), l’uscita di un secondo dvd live (Invite to immorality) e qualche cambio di formazione, fino ad arrivare alla primavera 2006, periodo in cui esce il terzo album (vale a dire l’EP Beyond the gate), pubblicato in Giappone dalla Midi:Nette (la label di cui è proprietario l’instancabile Mana) e in Europa dalla tedesca Gan-Shin. Musicalmente parlando, la proposta dei MdM può essere descritta come epic-gothic metal con influenze barocche e neoclassiche, mentre per quanto riguarda il look, c’è da notare che Mana attribuisce a quest’ultimo così tanta importanza da aver addirittura fondato una sua casa di moda (la Moi-même-Moitié, produttrice della linea “gothic lolita”).
Formazione: Seth (voce), Mana (chitarra), K (chitarra), Sugiya (basso), Hayato (batteria)
Sito ufficiale: http://midi-nette.com/mdm/
Dir en Grey
I Dir en Grey sono una delle formazioni di spicco del Visual Kei. Il loro nome (che si pronuncia “diru an gurei” e viene spesso abbreviato in “DeG” o “Diru”) nasce da un mix tra tedesco, inglese e francese e significa qualcosa come “te in grigio”. Ufficialmente il gruppo si forma nel 1997, ma in precedenza quattro dei suoi cinque componenti avevano già suonato insieme nella indie band denominata La:Sadies. Nello stesso anno esce il primo mini-album, dal titolo Missa, ma è solo dal 1998 in poi che i DeG iniziano a farsi conoscere dal grande pubblico grazie ad una serie di singoli di successo prodotti da Yoshiki Hayashi (il batterista degli X Japan), che permettono loro di ottenere un contratto major. Nel 1999 viene pubblicato il primo full-lenght, Gauze, seguito da un lungo tour, mentre nel 2000 è la volta di Macabre, album che segna la fine della collaborazione con Yoshiki.
Da quel momento in poi il quintetto pubblica altri tre dischi (Kisou del 2002, Vulgar del 2003 e Withering to death del 2005), un mini album (Six ugly) e una serie impressionante di singoli, che gli hanno permesso di farsi conoscere anche in Europa e America. Per quanto riguarda la proposta musicale dei Dir en Grey, si può dire che essa è andata progressivamente evolvendosi, attingendo da generi quali il rock melodico, il nu-metal, il punk e il black metal, mentre le tematiche trattate hanno sempre ruotato attorno ai sentimenti di angoscia e dolore che attanagliano l’essere umano. Specie nei primi anni di attività la band aveva adottato un look estremo fatto di acconciature coloratissime e di provocatori abiti (spesso aderenti e dal taglio molto femminile) in pelle e pvc, ma ultimamente sembra essersi un po’ allontanata da certi stilemi e sembra preferire una maggior sobrietà.
Formazione: Kyo (voce), Kaoru (chitarra), Die (chitarra), Toshiya (basso), Shinya (batteria)
Sito ufficiale: http://www.direngrey.co.jp
Merry
I Merry nascono nel 2001 dall’incontro tra Gara, Kenichi, Yuu, Tetsu e Nero, cinque talentuosi musicisti provenienti da band diverse che scelgono di dedicarsi ad un mix tra metal, rock, ska e punk. Il loro primo singolo, Haikana san ga tooru, diventa oggetto di culto anche al di fuori della scena indie e persino le prime performance live del gruppo suscitano grande interesse, facendo registrare il tutto esaurito. Nel 2003 esce il debut album, dal titolo Gendai stoic, a cui segue un lungo tour, mentre nell’estate del 2004 è la volta di Modern grande, il secondo full-lenght. Entrambe queste release vengono pubblicate da un’etichetta indipendente, ma in seguito ai buoni risultati di vendita ottenuti la band decide di passare ad una major. Prima di effettuare tale passaggio esce la raccolta intitolata Koseiha blend classic – Oldies tracks (2005) e i Merry intraprendono un lungo tour che li porta a girare in lungo e in largo il loro paese. Il primo disco major, nu Chemical Rhetoric, viene pubblicato in Europa nel maggio 2006 dalla label Gan-Shin.
Formazione: Gara (voce), Yuu (chitarra), Kenichi (chitarra), Tetsu (basso), Nero (batteria)
Sito ufficiale: http://www.merrymate.jp
MUCC
I MUCC nascono nel 1997 grazie all’incontro tra Satochi, Tatsurou e Miya, che frequentano la stessa scuola di Ibaraki. Il nome scelto per la band prende spunto da quello di un personaggio del programma per bambini “Ponkickies”, ma i MUCC vengono anche accomunati al numero 69 perché le parole “sei-nove” in giapponese si pronunciano “muku”. La line-up iniziale comprende i tre musicisti nominati in precedenza e il bassista Hiro, ma quest’ultimo viene sostituito da Yukke nel 1999. Nel frattempo escono alcuni demotape, e nel dicembre dello stesso anno è la volta del mini album di debutto, intitolato Antiiku. Per il primo full-lenght (Tsuuzetsu) bisogna però attendere il 2001, mentre nel 2002 il gruppo fonda la label chiamata Shu, attraverso la quale pubblica il maxi-singolo Fu wo tataeru uta. Il secondo disco, HomuraUta, esce pochi mesi dopo, ed è seguito da numerosi singoli e dagli album Zekuu (2003), Kuchiki no tou (2004), Houyoku (2005) e 6(2006). In quasi dieci anni di carriera la band ha suonato molto spesso dal vivo ed ha visto crescere in maniera costante la propria popolarità, proponendo al pubblico uno stile rock melodico in parte influenzato dal nu metal e dalla musica popolare giapponese degli anni settanta.
Formazione: Tatsurou (voce), Miya (chitarra), Yukke (basso), Satochi (batteria)
Sito ufficiale: http://www.55-69.com
Speciale Visual Key:
Parte 2: i gruppi
Parte 4: intervista all’etichetta Gan-Shin