Ver Sacrum Strana, oltre che drammaticamente terminata, la storia dei Coil: fino a non molti anni fa erano noti per la loro avversione nei confronti delle esibizioni dal vivo, al punto che, nei primi 15 anni di carriera, avevano fatto solamente quattro concerti, ed erano universalmente considerati un progetto esclusivamente “da studio”; quattro esibizioni nel 1983 (quindi prima dell’incisione del loro primo lavoro) e poi il nulla fino al 1999, anno in cui, nel bel mezzo di un periodo di sperimentazione elettronica, i nostri hanno deciso di cambiare decisamente rotta ed iniziare una carriera live del tutto nuova per loro, selezionando poche date ma cercando di trasformare ogni singolo concerto in un evento unico e a sé stante. Da queste esperienze il combo inglese ha iniziato ad estrarre una discreta serie di pubblicazioni live, iniziate con Live four e terminate, ad oggi, con questo CD registrato nell’aprile del 2003. Di fatto, si tratta della prima pubblicazione ufficiale dei Coil dopo la morte di John Balance. La formazione è costituita dai due membri fondatori coadiuvati dal fido Tightpaulsandra e da Tom Edwards ed esegue cinque brani che, a parte un’introduzione abbastanza breve, durano dagli undici ai diciassette minuti. In effetti si tratta di una serie di lunghe improvvisazioni caratterizzate da una sensazione di maggior quiete (come dice lo stesso Balance: “Oggi stiamo facendo un concerto tranquillo, abbiamo urlato troppo negli ultimi anni”) rispetto ad altre esibizioni, soprattutto quelle di Live one e Live two. Sulle basi elettroniche, che abbastanza raramente diventano particolarmente rumorose, si staglia la voce di Balance, che recita e narra più che cantare. Si tratta di un bellissimo concerto, certamente meno ostico di alcuni altri registrati in passato e, a mio avviso, migliore da un punto di vista della qualità del suono. Inutile dire che si tratta di un album imperdibile per gli amanti del gruppo ma anche per chi, pur non essendo patito, vuole avere un’idea di cosa potesse essere una loro esibizione ma è, in qualche modo, rimasto scottato da alcune registrazioni live del passato decisamente più ostiche. Bellissimo.