Per le persone legate al mondo della musica (musicisti, produttori, etichette e appassionati ascoltatori), negli ultimi anni sono cambiate molte cose; tra queste, une delle più evidenti è stata il passaggio dal suono analogico a quello digitale, che nel giro di pochi anni si è trasformato, complice anche l’avanzamento tecnologico nei collegamenti al web, nella possibilità di accedere alle enormi risorse della rete e scaricare, legalmente o meno, decine e decine di gigabyte sonori. Inizialmente le strade perseguibili erano due: l’uso dei programmi peer to peer (con tutti i drammi legali che ne sono venuti fuori) e il collegamento ai siti ufficiali dei gruppi, nei quali talvolta si poteva trovare qualche brano da scaricare.

Col tempo, sono nati siti in cui numerosi gruppi potevano condividere la loro musica e che permettevano di fare interessanti “ricerche tematiche” (per genere, paese di provenienza o perché si ispirano a questo o quell’altro progetto): ne è un esempio il compianto mp3.com, una volta completamente gratuito ma finito presto nelle grinfie delle multinazionali (e oggi parzialmente sostituito da Soundclick).

Ben presto si è fatta spazio anche l’idea di creare delle etichette discografiche che, senza scopo di lucro, mettessero a disposizione sul web interi lavori di gruppi validi che fossero interessati a promuoversi in rete in questo modo. Recentemente mi sono imbattuto in un’etichetta di questo tipo che, allo stesso tempo, era italiana e aveva pubblicato diversi lavori stimolanti. Ne ho quindi approfittato per introdurre il discorso delle net label su Ver Sacrum, pensando di scrivere un articolo che comprendesse le recensioni di tutti i CD ad oggi pubblicati, un’intervista all’ideatore dell’etichetta e a un paio di progetti che ritengo essere più interessanti all’interno del suo roster.

BenekkeaPoichè su Ver Sacrum non è ancora capitato di parlare diffusamente di net label, inizierei con domande di carattere più generale per poi passare a quelle più legate a Benekkea. Potresti spiegarci che cos’è una net label e quali sono gli scopi che si prefigge?
Spiegare che cos’è una net label è facile: ti potrei dire molto semplicemente che è una casa discografica che funziona solo sul web mettendo a disposizione gratuitamente album, e.p. singoli (poi dipende dalle label) in formato mp3, ogg o wma il cui bitrate minimo accettato è 192Kbps (io cerco di elevarlo ad un minimo di 256) o addirittura flac o ape (i file immagine degli album) di band più o meno conosciute, per dare loro lo spazio necessario per promuoversi e pubblicizzarsi o semplicemente perché molto prolifici. Certo, solitamente ogni band ha un sito sul quale potrebbe mettere tranquillamente in condivisione questi file senza passare per una net-label… ma ci sono delle differenze lampanti nel modo in cui si muove una net-label (almeno la mia) rispetto al singolo e da qui nasce la necessità di molti musicisti di rivolgersi ad una web-label!
Fattore non secondario è che tutti i file posti in condivisione (vale la pena di ricordare che non si tratta di un p2p) sono scaricabili gratuitamente con un semplice click e spesso il download è molto veloce e privo di problematiche! Inoltre insieme ai file audio si possono avere anche le copertine (le modalità sono diverse per ogni label sebbene simili) in modo tale che ognuno possa masterizzarsi il cd ed avere la propria copia originale, unica e personalizzabile!
Lo scopo di tutto ciò è, almeno per quello che mi concerne, di far girare demo interessanti che altrimenti verrebbero ignorati e/o dimenticati e dare spazio a nuove interessanti realtà musicali che fuoriescono dal normale showbiz (che ahimé ora abbraccia pure le piccole label indipendenti).
Il lavoro di una net-label non si ferma qui, e qui entriamo nel particolare della singola etichetta, perché ognuna lavora in modo diverso: ci sono attività come l’invio di cd-r a webmagazine, pubblicità in rete, ricerca di nuove interessanti band, organizzazione dei tempi e modi di uscita, tentare di organizzare attività live (un buco nell’acqua per ora), ricerca per alcuni di diventare un piccola label “reale”. Quindi sembra tutto molto semplice (all’inizio lo pensavo anche io) ma in realtà non lo è affatto; considerando poi che è un’attività NO-PROFIT forse il gioco non vale la candela…
In occasione della presentazione, al Linux Club di Roma, della ristampa della famosa cassetta de Il Giardino Violetto è stata presentata una tematica molto interessante e a cui le net label sono fortemente legate: quella delle licenze Creative Commons. Vorresti descrivere tali licenze ai lettori di Ver Sacrum? Ritieni siano un metodo possibile per superare le problematiche, sempre più attuali, legate ai diritti d’autore?
Sì, ricordo molto bene quell’uscita che, se ci hai fatto caso, era doppia: quella “reale” su “In the Night Time” e quella virtuale su “Scarph rec”. Ma la questione che ci andiamo a porre non è questa, bensì che quel disco è stato il primo in assoluto in Italia ad essere stato pubblicato con un licenza Creative Commons commerciale e ad oggi ancora l’unica da quello che mi risulta. Le licenze CC sono nate negli Usa nel 2001 con lo scopo di “offrire un insieme flessibile di protezioni e libertà per autori e artisti. Basandosi sul diritto d’autore tradizionale – “tutti i diritti riservati” – hanno creato un diritto d’autore su base volontaria fondato sul principio “alcuni diritti riservati”. Creative Commons è un’organizzazione non-profit. Tutti gli strumenti sono utilizzabili gratuitamente.” (tratto dahttp://www.creativecommons.it/). In poche parole un copy-right modulare che permette all’autore, al quale è riconosciuta la paternità dell’opera che è un diritto inalienabile previsto dalla legge italiana e da molte convenzioni internazionali, di liberarla e modularla come desidera scegliendo di riservare soltanto alcuni dei diritti. Queste licenze, varie e diverse che vanno da quella commerciale a quella del file sharing, possono essere applicate in diversi campi quali: audio (musica, discorsi), video (animazione, film), immagini (foto, illustrazioni), testi (Libri, blog) ed educazione (libri di testo, lezioni).
Per quanto riguarda le problematiche legate al diritto d’autore, la faccenda si fa complicata! Tali licenze tutelano sì l’autore, anche se come già detto con modalità ed esigenze diverse e personalizzabili, ma non garantiscono per esempio una tutela giudiziaria. Cioè, per esempio, un regista famoso potrebbe usare una canzone protetta da una licenza CC come questa:
– Attribuzione: devi riconoscere il contributo dell’autore originario;
– Uso non commerciale: non puoi usare l’opera per scopi commerciali;
– Condivisione: se alteri, trasformi o sviluppi quest’opera puoi distribuire il lavoro risultante solo per mezzo di un’identica licenza.
Se lo facesse, rendendola commerciale, senza l’autorizzazione dell’autore, questi non potrebbe andare dai produttori del film a pretendere delle royalty ma dovrebbe per forza passare da un avvocato fare eventualmente una causa per ottenere qualcosa, mentre nel caso in cui l’autore avesse depositato i brani alla SIAE, la cosa sarebbe un po’ diversa. La stessa cosa per un passaggio in radio e/o un concerto: l’autore non prenderebbe nulla mentre con la SIAE questo accadrebbe nel caso i brani fossero depositati. Ma la SIAE fa tante altre cose poche chiare e difficilmente condivisibili, anche perché la distribuzione dei compensi non è mai molto chiara e soprattutto ha delle dinamiche di suddivisione e conteggio assai discutibili. Perciò al piccolo artista non conviene mai depositare i brani: se non vende più di 10000 copie!
C’è da dire un’altra cosa: in Francia e Brasile sono entrati in sperimentazione i cosiddetti ACS (Alternative Compensations System) ovvero dei sistemi (in fase di sperimentazione) tramite i quali le net-label avrebbero un introito economico in base ai download, garantendo comunque al fruitore l’accesso ed il download gratuito e tali denari verrebbero elargiti dallo Stato. Anche in Italia si stanno valutando queste possibilità ma la storia è ancora tutta da scrivere.

Noctiluca

Noctiluca © Benekkea

Un’altra realtà a cui le net-labels sono in qualche modo legate è il sito archive.org. Di che cosa si tratta?

Archive è un enorme server situato in un’università statunitense che viene anche utilizzato dalle net-label. Su Archive si possono trovare film indipendenti, discorsi educazionali, politici, immagini e video sulla guerra/e (anche Iraq), documentari ecc., tutto in download gratuito anche se sinceramente non sono mai riuscito vederlo completamente! In ogni caso per quanto riguarda le net-label è il punto da dove partono le notizie più interessanti, perché ospita praticamente i file di tutte le net-label del mondo gratuitamente, fornendo un servizio che nessun altro offre se non a pagamento! Fanno l’upload degli mp3 sul sito, il server genera automaticamente uno zip, dei file a risoluzione più bassa, crea la modalità streaming, inoltre calcola il numero di download e dà la possibilità di inserire recensioni. Sicuramente Archive rappresenta un’iniziativa ed un esperimento bellissimo, eccezionale ed unico che, ricordo, è a sua volta NO-PROFIT (sovvenzionato dall’università come ricerca, queste cose in Italia le possiamo sognare); però ha delle piccole problematiche, come il download lento dovuto alla moltitudine di persone che lo usano e lo frequentano. Per questo ed altri motivi Benekkea si è spostato su Sonicsquirrel, un server svizzero velocissimo e che si concentra solo sulle net-labels.

Passiamo adesso all’etichetta da te fondata. Potresti introdurre Benekkea a chi non la conoscesse? Quando e perché nasce l’esigenza di fondarla? Quali sono le principali attività legate ad una label di questo tipo?
La genesi di Benekkea è stata lunga, lenta e attentamente studiata! La label nasce ufficialmente nell’agosto 2005 dopo un travaglio durato quasi un anno. Quindi l’idea nacque nel 2004 mentre un mio caro amico stava svolgendo una tesi sperimentale su “Anomalo” (la più famosa web label italiana e la più vecchia insieme ad “Ogredung”). L’idea era ed è di pubblicare on-line band emergenti meritevoli di un’audience superiore a quella che avrebbero potuto avere attraverso i demo e, soprattutto, che suonano generi musicali anomali per una web-label: dark/ambient/folk/industrial/wave/gothic-metal, alla faccia delle centinaia di net-label di musica elettronica. Una sorta di protesta contro le label indipendenti, che ci propongono quotidianamente nuove uscite, nuove band spesso di scarso o mediocre valore, con le solite minestre scaldate e riscaldate migliaia di volte, mentre esistono band nell’underground meritevoli di uno loro proprio spazio e di un audience superiore.
Le attività legate a Benekkea non sono molte in realtà: promozione on-line tramite canali predefiniti o su forum nazionali ed internazionali, invio di qualche cd-r, sensibilizzare radio on-line, webmagazine (impresa assi ardua) e soprattutto sensibilizzazione delle persone, cosa che qui in Italia è veramente difficile. Primo perché non tutti hanno una connessione Internet veloce, secondo non concepiscono l’idea di qualcosa che sia “gratuito con qualità”: perciò una web release non viene considerata moltissimo. Inoltre mi dedico alla ricerca di nuove interessanti realtà musicali, anche se devo dire che ultimamente le proposte arrivano da sole, con una media 6-7 al mese; infine ogni tanto organizzo un piccolo stand (per autofinanziarmi: dominio, elettricità, connessione…) con le release su CD-R di Benekkea vendute con copertine a colori a soli 2 euro l’uno e devo dire che vanno letteralmente a ruba, anche se non tutti capiscono quale sia il mio vero intento. Tutto questo lo faccio nel rispetto della licenza Creative Commons e previa autorizzazione degli artisti!
In che modo entri in contatto con i gruppi o i progetti di cui pubblichi i lavori? Quali devono essere le loro caratteristiche?
Come dicevo, inizialmente ero io a contattare le band, mentre ora le proposte arrivano da sole, anche se spesso e volentieri non sono soddisfacenti. Molti vogliono o addirittura pretendono di uscire subito, il giorno dopo aver inviato il demo, non hanno pazienza. Questo a me non piace, preferisco che le band capiscano fino in fondo come agisce Benekkea, attuando un discreto piano promozionale (molte web-label se ne fregano altamente e fanno uscire materiale a rotta di collo), fornendo il giusto spazio e la giusta importanza ad ogni release, e che credano nel mio lavoro gratuito, senza soffocare gli utenti o utilizzatori di uscite (Benekkea ne fa uscire due al mese); soprattutto cerco di imbastire tra me e gli artisti un rapporto di reciproca fiducia e rispetto.
Una curiosità personale: da cosa nasce il tuo interesse nei confronti dei batteri bioluminescenti, da cui alcuni dei progetti che incidono per l’etichetta prendono il nome?
Mh… dunque nel 2002 stavo studiando per un esame di Botanica sistematica e nello stesso momento stavo cercando uno pseudonimo da utilizzare… venne fuori il nome Noctiluca, un’alga rossa bioluminscente… ma vennero fuori anche Benekkea (batterio marino) e Nevskia (batterio che vive sui funghi). Perché questo nome? Sono tutti esseri viventi che hanno appunto la capacità di trasformare energia chimica in energia luminosa e si “illuminano” di notte solo quando vi sono particolari condizioni atmosferiche… esseri così piccoli che hanno un “dono” o capacità che un uomo mai avrà, grandioso. Da qui la metafora, ovvero ogni band viene da me denominata BIOBACTERIA, una piccola (prova a pensare alla grandezza di un batterio) luce lontana e dispersa nel grande mondo della musica, una luce che soltanto alcune persone possono e vogliono vedere. Spesso mi viene in mente un quadro di Magritte “Empire of light”, un dipinto nero come la pece dove un lampione situato al centro illumina solo una piccola parte del paesaggio-casa, inquadrando piccoli particolari. Affascinante quanto può essere meraviglioso vedere un banco di Noctiluche in mezzo all’oceano che emana energia luminosa: prova a pensare all’effetto ottico-psicologico.
All’interno del materiale reso disponibile dall’etichetta sono presenti alcuni gruppi metal. Recentemente, però, hai deciso di creare una sub label, chiamata Nevskia, dedicata a tale genere musicale. Come mai hai deciso di scindere i due ambiti musicali?
Musicalmente parlando, il metal è il genere con cui sono cresciuto (dai 16 ai 19 anni ero un vero metallaro) che poi ho abbandonato lentamente anche se devo dire di ascoltare molto volentieri ancora i grandi Carcass, Death e qualche novità qua e là. Ogni tanto un po’ di sana violenza ci vuole. Ho scisso, (che parolone, mh)… diciamo che mi sono inventato una serie dedicata al metal e sonorità affini che in ogni caso non sarà mai preponderante e che per ora riguarda soltanto band di amici. Comunque ho deciso di scindere le due label in quanto alcune persone preoccupate mi hanno chiesto se stavo cambiando genere: perciò ho deciso di fondare Nevskia; Benekkea, invece, è stata erroneamente confusa con una dark/ambient label; niente di più falso: infatti, se guardi il mio catalogo, c’è un po’ di tutto e presto ci sarà ancora più varietà, anche se la matrice “dark” (sui generis) rimarrà preponderante. Inoltre entro breve avvierò una terza serie ‘Flos Acque’ dedita a sonorità sperimentali: in uscita ‘Merde’ una band che viaggia tra Fantomas, Zorn e Nick Cave…

Noctiluca

Noctiluca © Benekkea

Passiamo adesso al tuo personale progetto musicale: Noctiluca. Parlaci un po’ di come è nato e dei successivi sviluppi.

Noctiluca è il mio personale progetto dedito ad un dark/drone/ambient, al quale sinceramente non do molta importanza, per alcuni buoni motivi: è nato per dare sfogo alla mia creatività, perciò è prima di tutto un diletto; secondo perché non ha tempi, scadenze ecc… Infatti il mio primo album è una selezione di brani, ai quali sono molto legato, composti in quasi dieci anni; terzo non voglio inflazionare la già satura proposta di materiale audio anche perché i miei mezzi sono quasi ridicoli in confronto a persone che sanno veramente suonare, una sorta di tacito rispetto nei confronti di chi la musica veramente la fa; ultimo perché sono decisamente critico sulle mie song, che non mi piacciono mai del tutto. Pensa che ho tanto di quel materiale da poter riempire due-tre cd come Noctiluca e un altro come Vidade Nornobugi (un demo già del 2004), il mio alter ego EBM/industrial. Comunque ultimamente ho ripreso a “smanettare” con i miei software grazie ad alcune proposte interessanti (sempre on-line). Presto in uscita un EP, forse su FarFromshobiz.
Una caratteristica interessante, non solo di Noctiluca ma anche dell’etichetta, è la propensione alla collaborazione (con altri gruppi e altre label).
Le collaborazioni sono decisamente belle e grazie alla facilità di comunicazione che vi è al giorno d’oggi tutto è molto ma molto più semplice. E’ stato divertente sentire come Thomas (Mystified) ha manipolato i miei droni… un EP, secondo me, riuscito molto bene è quello di Noctiluca & Mystified – Waves & secrets (release 011 di Benekkea). Altre collaborazioni interessanti sono quelle tra Ouroboros e Sepulcrum Spei (in fieri); inoltre Marco (Ouroboros e Mind Infinity) si avvale spesso dell’aiuto di Davide Sossi (War ki par, D-sound). Nel mondo net-label le collaborazioni sono all’ordine del giorno e trovo interessante vedere come persone distanti migliaia di chilometri riescano a fondere idee e pensieri molto diversi.
Una domanda che, da qualche tempo a questa parte, mi sto divertendo a fare: quali sono il tuo piatto e la tua bevanda preferiti?
Domanda interessante… mi piace parlare di vizi e stravizi. Dunque io sto cercando di diventare sommelier, mi manca l’ultimo corso, perciò diciamo che sono in una fase di sperimentazione e degustazione vinaiola continua. Al momento vado matto per Nebbiolo, Barberesco, Venda riserva, Prosecco millesimato, Lugana, Garganega, Mojito (andando sui cocktail). Altrimenti acqua, odio le bevande gassate e zuccherose. Piatto? Veramente difficile… comunque arrosti belli sugosi, carne alla brace, formaggi ultrastagionati od erborinati con una abbinamento di vino passito, mega insalate, kebab (grande, lo adoro) o una semplice pasta con cipolla, pomodori freschi e basilico.
Concludi l’intervista con qualcosa che avresti voluto che ti venisse chiesto…
Non aggiungerei null’altro, tranne che per me la musica è un grande divertimento e piacere e non amo vedere stolte diatribe sui forum e markette varie su band famose o presunte tali, come odio gli arrivisti o quelli “non sai chi sono io”! Essere modesti, discreti e consapevoli delle proprie reali possibilità in questa società è diventato un difetto e non una virtù. Tutti vogliono fare gli artisti, i produttori (arrivismo del ca**o) e avere il massimo senza essere capaci di far nulla.
Ora mi calmo e ti ringrazio per l’interesse che hai manifestato, grazie per la possibiltà che mi/ci hai dato.
Annuncio inoltre le prossime releases e l’inizio di un piccolo cd-r mailorder:Benekkea:
Deviated Sister TV – The coming of the 1st generation /cd-r/net release)
Oracle – Voices of Oblivion (dark/deep/industrial ambient)
Svartssin – demo version of “Devouring Consciousness”

Flos Acque:
Merde sur la mere – Pure Klasic

Nevskia:
Dodskammer – Serenity (black-techno metal from ex-singer of Mater Tenebra)

Buon ascolto e non esitate a contattarmi!

Links:

Benekkea

Noctiflora