Cinema Strange

Cinema Strange a Torino (Foto di Grendel)

Non li avevo mai visti i Cinema Strange e sapevo che essermeli persi in più occasioni non era stata esattamente una mossa scaltra, ma dopo esser riuscita a presenziare ad un loro concerto (delle serie “meglio tardi che mai….”) mi sono mangiata ancor di più le mani per essermi “svegliata” con così grande ritardo! La formazione californiana, infatti, non è soltanto tra le principali artefici del death rock revival di questi ultimi anni, ma raccoglie in sé tutta una serie di elementi che, messi insieme, danno origine a qualcosa che vale molto di più della semplice somma delle parti. Solo i grandi gruppi sono capaci di rendere davvero magiche e uniche le loro esibizioni, dando al pubblico la sensazione di partecipare ad un evento straordinario, e i Cinema in questo riescono benissimo, come se per loro fosse la cosa più naturale del mondo…

Ma iniziamo con il resoconto della serata, che in un primo momento sembrava non promettere granché, almeno per quanto riguarda l’affluenza del pubblico. Alle dieci di sera non erano molti i fan assiepati all’ingresso del Noise Club, e anche dopo l’apertura (avvenuta poco più tardi…) l’afflusso non è stato per nulla considerevole, cosa che con ogni probabilità va imputata al fatto che si trattava di una domenica sera, e che in molti avevano preferito andarsi a vedere l’altro concerto che il terzetto aveva tenuto nel nord Italia (pare infatti che allo show di Vicenza, svoltosi di venerdì, avessero partecipato più di trecento persone!). Devo però ammettere che la situazione creatasi a Torino, piuttosto “intima” e familiare, ha fatto sì che i presenti si siano potuti godere ancor di più la performance, difatti il locale non ha un vero e proprio palco e le band si esibiscono in una zona rialzata e separata dal tutto il resto da un paio di scalini, il che significa mancanza totale di barriere e possibilità (per i frequentatori del club) di stare a non più di mezzo metro dai musicisti! Ovviamente tale vicinanza ha fatto sì che l’interazione pubblico/gruppo fosse molto forte, e devo dire che entrambe le parti mi sono sembrate molto compiaciute di tutto ciò.

Nonostante la band sia famosissima per i suoi fantasmagorici (e sempre diversi!) travestimenti non ho potuto fare a meno di stupirmi quando l’ho vista salire sul palco (chi mi era accanto avrà forse notato che sono rimasta qualche secondo a bocca aperta, con un’espressione a dir poco sbalordita…), e penso proprio sia il caso di descrivere nei dettagli ciò che ho potuto osservare. Il bassista Daniel Ribiat sembrava una sorta di pierrot-punk metropolitano, una creatura angelica (o forse dovrei dire “un sorridente pupazzetto”?) piombata su questa terra da chissà dove e vestita in maniera davvero caratteristica, con tanto di body di pizzo, pantaloni neri in ciniglia (che gli arrivavano sotto il ginocchio) e un ventaglio aperto fissato al lato destro della testa, mentre il singer Lucas Lanthier sfoggiava un completino anni cinquanta con giacca e pantaloni grigi, al quale aveva abbinato un papillon, delle bretelle che gli facevano arrivare i pantaloni quasi all’altezza dello stomaco e soprattutto un paio di décolleté nere con tacco a spillo alto dieci centimetri, abbinate a calze a rete bianche. Il chitarrista Michael Ribiat avrebbe anche potuto essere il più sobrio del gruppo (pure lui, infatti, indossava giacca e pantaloni, ma in questo caso si trattava di uno spezzato…) se non avesse però avuto in testa un’improbabile e assurda parrucca fatta di piccole piume (!!) violacee, che tra l’altro ha tranquillamente continuato a portare anche dopo la fine del concerto (e qui vi lascio immaginare la faccia che hanno fatto gli avventori del bar dove i tre hanno trascorso un po’ di tempo dopo la chiusura del Noise, roba da piegarsi in due dalle risate!!).

Appena i Cinema hanno attaccato a suonare mi sono resa conto che la serata sarebbe stata molto divertente, difatti hanno dato prova di avere notevoli capacità tecniche (da notare che non è facilissimo esibirsi senza un vero drummer, facendo cioè affidamento sulla batteria elettronica e quindi su basi pre-registrate che non permettono il minimo “sgarro”…), ma anche di saper tenere il palco in maniera straordinaria. Non saprei dire chi dei tre fosse il più carismatico, se il cantante con il suo strano modo di muoversi sui tacchi, oppure il bassista con la sua incredibile mimica facciale, o magari il chitarrista con il suo andirivieni su e giù per lo stage, fatto sta che trovarsi davanti gente così perfettamente immedesimata in ciò che fa è un’esperienza difficile da dimenticare. Si ha l’impressione di essere dentro ad una favola popolata da stranissimi e coloratissimi personaggi, e il bello è che ci si sente protagonisti di quella favola invece che semplici spettatori, basti pensare che in diversi hanno ripetutamente cercato un contatto con i musicisti, arrivando perfino a parlargli mentre suonavano (!), e che loro stessi hanno avvicinato il pubblico in varie occasioni (il cantante, per esempio, è andato più volte alla ricerca di ragazze con indosso degli occhiali per impossessarsene e poterli indossare lui stesso!). Ma le trovate sceniche dei CS (eh sì, assistere ad un loro show è un po’ come andare a teatro…) non si sono limitate a questo, difatti i tre si sono prodotti in un svariata serie di “numeri”, per esempio montando qua e là su tavoli e sgabelli, rotolandosi in terra parecchie volte e riempiendo il palco con la carta bianca di uno di quei grossi rotoli usati per asciugarsi le mani (non lo Scottex però, mi riferisco a quelli di tipo industriale!).

Cinema Strange

Cinema Strange a Torino (Foto di Grendel)

Ho lasciato per ultima la descrizione dell’aspetto prettamente musicale della performance non perché esso non sia fondamentale per questa band, ma perché è impossibile descrivere uno spettacolo del genere prescindendo dalla componente visiva: in realtà i pezzi eseguiti hanno mostrato una volta di più che la formazione di Los Angeles, con il passare degli anni, ha saputo rendere sempre più raffinato il proprio sound, riproponendo sì certi cliché del genere batcave, ma aggiungendo ad essi qualcosa di molto personale e arrivando a creare una sorta di “operetta death rock”. Particolarmente apprezzabile è stata la voce di Lucas, davvero perfetta per sottolineare tutte le sfaccettature che contraddistinguono i brani del gruppo, ma non posso non lodare anche tutto il resto, compresa la scelta dei brani messi in scaletta (quest’ultima ha infatti incluso un mix ben bilanciato di materiale estratto sia dal recenteQuatorze exemples authentiques du triomphe de la musique décorative che dai precedenti The astonished eyes of eveningCinema Strange, ma per maggiori dettagli sull’argomento vi rimando alla fine della recensione, dove troverete la tracklist completa).

Insomma, come avrete capito si è trattato di un concerto entusiasmante, folle, divertente, bizzarro e chi più ne ha più ne metta, per cui se non avete mai visto i Cinema Strange e le mie parole vi hanno incuriosito fate di tutto per non perdervi una delle loro prossime esibizioni (cosa che, oltretutto, non vi risulterà neanche tanto difficile perché la band ama suonare in Italia e viene spesso in Europa…). Anche se non siete dei grandi fan del genere in questione andate tranquilli, vi assicuro che sarà come fare un sogno ad occhi aperti!!!

Tracklist (qui riportata in versione “originale”, esattamente come è stata scritta dal gruppo…):
Intermezzo
Unlovely
Nightfalls
Mr Quilt
‘Ere the flowers
Moundshroud
Greatest hit
Dead eyes
Needlefeet
Tendonwater
Legs
En hiver
Red & silver

Cinema Strange

Cinema Strange a Torino (Foto di Grendel)

Links:

Cinema Strange

Cinema Strange @ MySpace

Lucas Lanthier @ MySpace

Michael Ribiat @ MySpace