Ver Sacrum Il nome di Julia Kent non sarà certo nuovo per i frequentatori abituali degli ambienti del folk apocalittico: si tratta, infatti, di una violoncellista canadese che ha collaborato, dopo aver lasciato la formazione dei Rasputina, con Anthony and the Johnsons, uno dei gruppi che David Tibet ha sempre tenuto sotto la sua ala protettiva; non si è però limitata a quest’ambiente, come dimostrano le sue collaborazioni con formazioni quali gli Angels of Light e i Larsen. In quest’opera solista, che credo sia il suo esordio da solista, la musicista mette in mostra le sue radici classiche, realizzando un CD costituito da brani per violoncello costituiti dalla sovrapposizione di tracce registrate interamente da lei ulteriormente sovrapposti o inframmezzati da brevi registrazioni ambientali. I titoli dei brani spingerebbero a pensare che si tratta di un lavoro tematicamente simile al seminale Music for airports di Brian Eno: si tratta, infatti, di nomi di aeroporti e la musica che ci viene proposta è una sorta di rilassante musica da camera, che potrebbe fare da sottofondo all’interno delle sale d’attesa. Anche i brevi brani di registrazioni ambientali (la cui durata si aggira intorno alla ventina di secondi) hanno probabilmente la stessa origine. Un album piacevole e rilassante, adatto a chi apprezza le forme contemporanee della musica da camera.