La storia degli HorrorPops è iniziata nel 1996 con l’incontro tra l’estrosa Patricia Day (all’epoca componente della punk rock band Peanut Pump Gun) e Kim Nekroman dei Nekromantix, che dopo qualche tempo sarebbe diventato suo marito. I due decisero di metter su un nuovo gruppo dedito a musica diversa da quella delle rispettive formazioni, ma talvolta l’originalità non è sufficiente a rendere un lavoro interessante, e Kiss kiss kill kill lo dimostra appieno. Quando il disco è stato realizzato qualcuno deve aver creduto che fosse giusto mettere in primo piano le parti vocali, e chissà perché mi viene da pensare che tale scelta sia stata fatta dalla stessa Patricia, indubbiamente dotata di un bel timbro (che fa venire in mente sia Siouxsie Sioux, sia Brody Dalle dei Distillers…), ma forse un po’ inconsapevole di cosa significa controllare la voce e adattarla al contesto. Dando maggior risalto al sound (un bel mix di psychobilly, punk rock e wave) si potevano evitare passi falsi come quelli compiuti in “Keep my picture!”, “Hitchcock starlet” e “Copenhagen refugee”, tutti brani nei quali la vocalist non riesce a frenare l’esuberanza e tende a strafare. In poche parole la signora in questione è sì molto brava, ma ora come ora si troverebbe meglio a cantare in un gruppo diverso, dove tanta energia e potenza vocale non andrebbero sprecate, o per lo meno non apparirebbero esagerate come in questo caso. Di buone idee nell’album se ne trovano parecchie, e alcune canzoni sono anche carine e ben riuscite (vedi ad esempio le orecchiabilissime “MissFit” e “Heading for the disco?”), ma alla lunga gli HorrorPops tendono a venire a noia e a dare l’impressione di quelli che non hanno ancora aggiustato il tiro, e capito in quale direzione vogliono andare. Speriamo quindi che la prossima sia la volta buona, perché sarebbe davvero un peccato se sprecassero il talento che hanno…
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