Terzo album in meno di due anni per Jerome Reuter, Masse Mensch Material conferma che (a volte) la quantità non va a scapito della qualità. Il prolifico musicista lussemburghese dimostra una continua maturazione ed una chiarezza d’intenti non comune, con un disco che riesce addirittura a sorpassare i già ottimi due capitoli precedenti. Rome si muove ancora una volta lungo i sentieri del miglior folk-apocalittico (definizione per altro assolutamente limitativa), con il suo ormai caratteristico tocco “cantautoriale”, creando dodici tracce di assoluto spessore, alcune delle quali sono decisamente ottime, dagli episodi piu’ “apocalittico-marziali” come “Der Brandtaucher”, alle ballate imperniate sulla chitarra acustica (ma non certamente piatte come le tracce dell’ultimo album di Death In June) come “Die Nelke”, “Das Feuerordal”, “Wir Goetter der stadt” e “Neue Erinnerung”. L’anima cantautoriale intrisa di malinconia di Rome, (che gli ha portato inevitabili e lusinghieri accostamenti ad un interprete come Leonard Cohen) si manifesta in brani come “Der Erscheinungen Flucht” o “Die Brandstifter” (quest’ultima dalle cadenze quasi cabarettistiche, alla Kurt Weil), mentre “Wir Moorsoldaten” e la conclusiva “Nachtklang” disegnano foschi scenari apocalittici che potrebbero rimandare al Der Blutharsch dei bei tempi andati. In una scena “marzial-apocalittica” spesso accusata (magari anche giustamente) di essere in crisi creativa Masse Mensch Material arriva con lo stesso benefico effetto della pioggia dopo la siccità: disco eccellente che conferma come Rome sia ormai un punto di riferimento per questa scena. Un posto sul podio delle migliori uscite di quest’anno è già occupato.
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