Dev’essere un po’ smussato lo spadone riprodotto sulla copertina dell’ultimo Arditi, il misantropo duo nordico alfiere dell’industrial marziale più intransigente. Per carità, le tematiche e l’ideologia di fondo restano sempre le stesse, d’altronde sono loro stessi a ricordarci che “Perseverance is All”, ma la sterzata verso sonorità neoclassiche a discapito dell’impeto marziale dei precedenti capitoli non ha portato i frutti sperati. Omne Ensis Impera è un disco fiacco, che manca di mordente, dove le percussioni sono sì presenti come sempre, ma senza la potenza evocativa e l’epicità di un tempo. E senza potenza, dischi come questo hanno ben poco da dire, soprattutto quando si risolvono nei soliti cliché fin troppo abusati. Che il genere marziale sia in fase di stagnazione è risaputo da tempo, e sono in molti coloro che provano a cercare nuove soluzioni, ma più che “Onwards!”, questo nuovo capitolo degli Arditi è un passo indietro bello e buono.
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