Ritorna uno dei più prolifici musicisti nostrani con il suo progetto principale: Ouroboros. Il CD-R promozionale che sta attualmente girando nel mio lettore riporta pochissime note: oltre ai titoli dei sette brani, che durano complessivamente circa tre quarti d’ora, i nomi dei musicisti che hanno collaborato con Marco Grosso per questo CD, tra i quali spiccano quello, che potremmo definire ormai consueto in Ouroboros, di Claudio Dondo e l’onnipresente Kenji Siratori, che sembra aver infestato i CD di mezzo mondo ma che, in questo caso, contribuisce positivamente alla riuscita del brano “Visita Interiora”. Devo dire che Ouroboros con questa release continua a maturare, compiendo un bel passo avanti: la struttura dei brani qui presenti presenta molta più variabilità rispetto a quanto avveniva in passato, pur mantenendo un buon livello di coesione complessiva. Le ritmiche sintetiche, che mi avevano lasciato alquanto perplesso nel precedente Lux Arcana, trovano qui ben altro trattamento e, soprattutto, non danno assolutamente l’impressione di essere lì solo per rendere più appetibile un brano; più complessa la stratificazione dei layer sintetici e interessante anche l’introduzione, in alcuni brani, di voci liriche femminili; in effetti, ad un primo ascolto la cover (con voce lirica, appunto) di “Enjoy the silence” dei Depeche Mode mi aveva lasciato molto perplesso ma con gli ascolti successivi sono stato costretto a cambiare idea, subendone in qualche modo il fascino. Credo che Vanitas rappresenti, di fatto, il primo lavoro di piena maturità di questo progetto che, dopo aver pubblicato il suo debutto su lunga distanza attraverso un’etichetta giapponese, adesso deve saltare in Cile (paese in cui risiede la Primeunit, da quanto riesco a capire) per pubblicare il suo seguito.
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