Ver Sacrum A poco più di un’anno di distanza dalla piacevole sorpresa di The teacher and the man of lie mi capita di nuovo tra le mani un CD dei The Green Man che, purtroppo, non è un’opera nuova bensì la ristampa del loro esordio, evidentemente già esaurito. In effetti i nostri sembrano aver avuto un discreto successo e la cosa non può che farmi piacere, dato l’ottimo livello che il gruppo ha saputo mostrare fino ad oggi. Questo From Irem to Summerisle mostra che i nostri hanno saputo fin dall’inizio inserirsi con buona classe e personalità in un genere in cui queste doti, fin troppo spesso, mancano completamente. Certo, in questo CD ci sono più concessioni ai fondamentali del folk apocalittico “classico” di quanti ce ne siano nel suo successore (ad esempio “Europa” potrebbe essere tranquillamente un outtake dei Death In June periodo Nada!) ma è evidente che le idee erano già chiare e la strada, in qualche modo, già segnata; i frutti erano, in alcuni casi, ancora alquanto acerbi ma già dimostravano che la linfa era buona e l’albero sarebbe stato destinato a generare frutti di ottima qualità. In aggiunta alla tracklist originale, nella ristampa sono presenti anche due brani aggiuntivi, precedentemente pubblicati in due delle quattro compilation curate dal sito neo-folk.it e scaricabili dal loro sito; in entrambi i casi, si tratta di versioni differenti: “Corn Rigs”, precedentemente pubblicata sulla seconda parte di Donec ad metam è un brano di folk “rurale”, basato su un testo di Robert Burns allungato di quasi un minuto rispetto alla versione demo della compilation mentre “Liber Al”, tratta da un testo di Aleister Crowley, è un brano decisamente più in stile Green Man: una sorta di raga con la voce recitante in primo piano.