E’ tempo di compilation per i miei conterranei Moth’s Tales, ma nel caso di Three non si può assolutamente circoscrivere l’operazione ad una semplice raccolta. Due tracce inedite e nove tratte dai loro precedenti tre lavori per il gruppo, recentemente ridotto a terzetto, stante la fuoriuscita della cantante Caterina Signor, che ora vede il chitarrista Michele Rossi assumersi pure l’onere della voce solista. Risalta ancor di più la vena dark-wave, ora portata definitivamente alla superficie, essendo le canzoni del vecchio repertorio sottoposte ad una delicata, e riuscitissima, operazione di scarnificazione. Ridotte alla loro essenza, tracce come “Killing time”, “My cube” o “Still”, solo per citarne alcune, denotano l’amore incondizionato che il citato Michele, il validissimo bassista Roberto Battilana ed il solido skin-beater Miguel Gazziero provano per gli anni ottanta, quelli di Cure, Joy Division, ma anche di Sad Lovers and Giants e, perché no, Simple Minds. Attimo di riflessione e voglia di rimettersi in giuoco, come già chiaramente dimostrato nelle esibizioni live dell’insieme, anche acustiche, nel più recente assetto, ma anche di guardare avanti, oltre, e le due inedite, “Pulled up” ed “Icebound”, disegnano nuovi orizzonti, e delineano una marcia che sta ancora compiendosi. Anello di congiunzione fra il passato ed il futuro, Three invoglia l’ascoltatore ad andare a riascoltarsi perle quali “Unknown portrait” ed “Obstiné”, validi esempi di come, pur facendo fede solo sulle proprie forze, si possa emergere dal grigiore opaco che caratterizza l’underground discografico contemporaneo. E la recente collaborazione col valido chitarrista Tony Longheu, adepto del verbo frippiano già coniugato dal valente e mai troppo lodato David Torn, apre ad esplorazioni di territori davvero ancora vergini. Guarda caso, un cammino già compiuto da un tale David Sylvian. Non è partigianeria, non è cedimento al sentimento, nelle parole e nei gesti di Michele Rossi ho letto una tale determinazione, una tale volontà di proseguire, di evolversi, che non può assolutamente lasciare indifferente colui che davvero ama la musica.
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