Giusto a questo punto spendere due paroline in favore di Into the arms of chaos, oggetto di una recente riverniciata, leggasi albo di remix più bonus a proposito del quale troverete una mia disanima in questa istessa sezione. L’epica e lunga (dieci minuti scarsi) “The arrival” apre le ostilità, mettendo in luce le buone qualità vocali ed interpretative di Ashley Dayour (chitarrista pure con L’AI), che alla sei corde cita a volte esplicitamente Paul Wright dei FotN, basso (Fork) e batteria (Curt Benes) danno fondo alle loro risorse, le keys di Martin Acid arricchiscono lo spettro sonoro della giusta dose di pathos. Alla produzione individuiamo il veterano John A. Rivers (avete presente “Express” dei Love And Rockets? Lui stava dietro al banco del mixer, ma ha firmato pure dischi di Clan Of Xymox e di Dead Can Dance), elemento di ulteriore pregio di un lavoro compatto, degno rientro sulle scene di una formazione che ha già all’attivo quattro dischi di studio e due live, usciti nel periodo 97/03, nel solco di un <i>goth-floyd</i> virile ed incline all’auto-compiacimento. Dalle liriche traspare l’influenza di Howard Phillips Lovecraft e di Austin Osman Spare. Dategli un’ascolto (disponibile pure una versione con DVD allegato), eppoi magari fate vostro pure “Borrowed…”.
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