Concettualmente legato a “The melancholy death of Oysterboy” di Tim Burton, quest’operina dei lombardi La Mamoynia ne è l’insonorizzazione, costituendo la colonna sonora di una rappresentazione teatrale dell’opera burtoniana. Recentemente ridottosi a duo (si legga la rece pubblicata in questa istessa sezione avente come oggetto il promo “Everything is fake”), all’epoca di AMD poteva contare ancora sul terzo elemento Omal, testimone di una lunga serie di modifiche apportate alla formazione, avente un unico punto di riferimento fisso in Giuseppe Agosti (il singer ellenico Dimitris Triantafyllou giunse successivamente alla genesi dell’insieme risalente al 1999). A melancholy death, suddivisa in otto movimenti, “Cold room, white coat” e “Sacrifice and salvation” (questa ultima merito di un bel violino) i più incisivi, va esclusivamente considerata alla luce della sua funzione, ovvero offrire una convincente base sonora allo sviluppo della trama ed alla sua esposizione; predominano elementi ambientali (pioggia, vento, rombi, fruscii), la voce si riduce ad un recitato, sovente monotono, svolto prevalentemente nella madrelingua del cantante, col procedere della title-track l’attenzione può venire meno, mancando i riferimenti visivi che sicuramente contribuirebbero a mantenere l’elemento d’indispensabile pathos. L’epilogo giunge a liberar l’ascoltatore d’ogni ubbia, A melancholy death rimane comunque opera interessante, ritengo da considerarsi più un progetto parallelo che una vera e propria uscita ascrivibile alla discografia dei La Mamoynia.
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