Con Tecniche di resurrezione Gianfranco Manfredi si conferma come il maggior esponente del gotico italiano smentendo il luogo comune che considera questo genere non adatto alle patrie lettere. Manfredi ha quindi il merito di riportare in auge e ai suoi vecchi splendori il vecchio romanzo gotico dell’800, dimostrando come il genere sia ancora attuale e capace di interessare i lettori.
Il libro è il sequel del precedente e corposo Ho freddo e vede ancora protagonisti Aline e Valcour, l’indimenticabile coppia di gemelli francesi che questa volta sono di scena in Europa dopo le tumultuose vicende vissute America. Se con Ho freddo, una rivisitazione del mito del vampiro visto sotto una luce inedita, il riferimenti letterari erano l’inevitabile Bram Stoker e Anne Rice, con questo nuovo romanzo Manfredi attinge a Mary Shelley e al mito di Frankenstein. Le “tecniche di resurrezione” evocate nel titolo si riferiscono infatti agli esperimenti di galvanismo effettuati sui cadaveri nell’800, in particolare dal fisico italiano Giovanni Aldini: la sua figura ha ispirato proprio Mary Shelley a scrivere il suo celebre romanzo.
Aldini è anche presente nel libro di Manfredi, così come molti altri personaggi storici realmente esistiti fra cui Giorgio III, Josephime Bonaparte, Napoleone e Vivant Denon, quest’ultimo singolare personaggio, direttore del Louvre e autore di un importante memoriale sulla campagna d’Egitto.
Il romanzo è diviso in quattro parti ed è ambientato a Londra e Parigi. In particolare, nella prima parte, Manfredi ci descrive una Londra indimenticabile e affascinante, molto gotica, decadente e nebbiosa che sembra fuoriuscire da qualche romanzo di Stevenson o Conan Doyle. È proprio a Londra che si trova ed agisce inizialmente Valcour. Il libertino francese assiste così all’esperimento di galvanismo di Aldini ed egli stesso si troverà coinvolto nella rianimazione di un cadavere. Quest’episodio darà il via ad una serie di misteriosi avvenimenti, fra cui efferati omicidi e trafugamenti di salme che vedranno all’opera i famigerati “resurrection-men”: questi profanatori di tombe erano infatti figure molto richieste all’epoca in quanto gli esperimenti della scienza necessitavano sempre più di cadaveri su cui sperimentare. Compare anche il fantomatico Doctor Ending, sorta di medico e scienziato pazzo che, attraverso agghiaccianti esperimenti scientifici, sembra perseguire degli oscuri scopi esoterici.
Aline si trova invece a Parigi alla corte di Napoleone. In particolare è a contatto con Josephine Bonaparte, ammalata di melanconia. Aline viene successivamente raggiunta da Valcour: i due saranno costretti a risolvere l’enigma di Salvy San Subra, una guida di Napoleone durante la campagna d’Egitto che sembra soffrire di una misteriosa malattia degenerativa. La vicenda assume connotati ancor più misteriosi in quanto se ne interessa lo stesso Napoleone in persona.
L’evoluzione del caso Salvy Subra sarà sorprendente e porterà i due gemelli a confrontarsi con i riti e culti misterici dell’antico Egitto. Aline e Valcour verranno così a conoscenza di orribili e occulti segreti che saranno collegati a Doctor Ending, in particolare quelli che riguardano le connessioni fra gli esperimenti sul cervello e la ricerca del Santo Graal. Nell’empia unione di scienza e religione sembra dunque trovar risposta l’enigma di Doctor Ending che verrà infine risolto fra mille avventure, peripezie e colpi di scena.
Tecniche di resurrezione è quindi un’altra prova riuscita prodotta dalla penna di Manfredi, un libro che non ha niente da invidiare alle opere degli scrittori horror contemporanei. E’ la conferma del talento di questo poliedrico autore che ha sperimentato con successo nella sua carriera varie forme espressive come musica, fumetti e scrittura.
Gianfranco Manfredi: Tecniche di resurrezione (Gargoyle – 2010, 489 pagine, 18,00 €)
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