Primo di una serie di tre EP tematici, il nuovo lavoro “vero” di D&DE, dopo il trascurabile album pensato come colonna sonora per accompagnare un libro, mantiene le promesse del titolo catapultandoci nella capitale francese di fine ‘800. Rispetto agli altri album, la mano è molto calcata sul neoclassico, con l’industrial marziale di “Ubu Roi” e “Mors Syphilitica” – il miglior brano del lotto – a fare capolino. Le musiche sono ispirate a vari autori francesi: Eric Satie, William Sheller, ma anche lo scrittore J.-K. Huysmans. Diciamocelo: siamo lontani dalla grazia di Septentrion e Sang Graal, che risalgono al 2008; David Sabre ha preso una spirale involutiva che si spera si interromperà presto. Ma non bisogna fare l’errore di considerare questo EP come “brutto”: è un’uscita minore e non all’altezza di altri lavori di D&DE, ma è comunque molto meglio di tanti altri album con le stesse coordinate musicali che escono regolarmente e in pompa magna. È solo che ci si aspetta di più. Magari un nuovo album.