Duncan Patterson torna con il suo progetto solista Íon a quattro anni di distanza dall’eccellente esordio Madre, Protegénos. Ex membro degli Anathema del loro periodo più doom, in questa sua avventura musicale l’artista inglese propone una raffinatissima miscela di folk celtico, musica eterea e world music: talvolta, e qui si raggiunge l’eccellenza, l’anima fosca del suo passato doom diventa tangibile e i brani assumono un carattere oscuro, malinconico e tenebroso. Splendide in questo senso sono le due canzoni che aprono il CD, ovvero la misteriosa “Immaculada” e “Temptation” che suona come un pezzo metal-gothic suonato con strumenti acustici e arrangiato come una “giga” irlandese. Bellissimo anche il brano finale “Return to spirit”, costruito con minimali arpeggi di chitarra acustica, una lenta base percussiva e due voci femminili che si intrecciano, una recitante in sottofondo e un’altra che si esprime in eterei vocalizzi. Immaculada ha quindi degli ottimi momenti ma si perde invece negli episodi più eterei e romantici, che seppur mai brutti o scontati spesso si aggrovigliano in melodie zuccherose che li fanno risultare un po’ stucchevoli. Sono “The Silent Stars” e “Adoration” in particolare a suonare davvero troppo melense: in quest’ultimo pezzo le melodie del flauto e la pur bella, ma assai enfatica, voce della “gothic muse” lituana Vic Anselmo creano un insieme che più che emozionare stanca l’ascoltatore. “Invidia” è invece puro folk celtico con voce femminile, qualcosa che suona simile a certa produzione più mainstream (alla Loreena McKennitt per intenderci). A Íon tutto sommato, e questa non è una critica, i confini della musica underground oscura vanno un po’ stretti e la sua musica, pur non cercando a tutti i costi alcuna scorciatoia commerciale (anzi), per qualità e ispirazioni sonore potrebbe essere proposta con successo ad un’audience più vasta di quella del giro wave/gothic.
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