Sotto il nome di Morgan Perdinka, l’enigmatico autore – secondo la fittizia biografia morto suicida nel 2007 – di questo pregevole libro che contamina i generi dell’horror, della fantascienza e del noir, si nasconde in realtà il maestro del fantastico italiano Danilo Arona, colui che è riuscito, nel corso del tempo, a mostrare come è possibile scrivere dell’ottima narrativa del terrore ambientata nel nostro paese, da sempre ritenuto a torto poco adatto a questo specifico genere letterario. In realtà, è sufficiente ricordare come i primi romanzi gotici dei vari Horace Walpole e Ann Radcliffe avessero fosche ambientazioni italiane per smentire questo luogo comune.

“Malapunta” è una sperduta isola situata fra la Toscana e la Corsica, vicina a Montecristo, ed è il fulcro di quello che è il vero e proprio protagonista del romanzo, ovvero l’incubo. Quasi subito, infatti, gli incubi si manifestano: essi perseguitano Nico Marcalli, quarantenne fallito approdato in quel luogo per dimenticare una tragica vicenda personale in cui, in un incidente d’auto da lui provocato, la moglie aveva perso la vita. Marcalli, dedito all’alcol e in attesa della morte quale soluzione ultima del suo senso di colpa, si mette ad esplorare l’isola e i suoi siti misteriosi: Villa Taylor, costruita a strapiombo sul mare nel XIX secolo da un eccentrico nobile inglese, il Monastero, Monte Fortezza, l’Osservatorio. Egli inizia così ad avere strani sogni, in cui manifestazioni incubiche di mostri “lovecraftiani” si alternano a inquietanti visioni, nelle quali riappare Gabry, la defunta moglie, nella nuova veste di un’antica figura mitologica: la sirena.

Una delle tematiche del libro è proprio quella del riaffiorare, attraverso l’incubo, di antichi miti, leggende e culti druidici.

Malapunta, che è diviso in tre parti distinte, resta comunque un testo di difficile classificazione e questo depone a favore dell’originalità dell’opera: tutta la seconda sezione, dedicata al gruppo “survivalist” dei Redivivi, ai loro esperimenti sull’isola di sogni condivisi attraverso l’utilizzo di nuovissime tecnologie è chiaramente fantascientifica. Viene poi evocato ampiamente  il concetto di inconscio collettivo e questo ricorda da vicino certe atmosfere di James Graham Ballard. Il fatto stesso che l’isola di Malapunta sia un luogo che induce i sogni non può non far venire in mente le suggestioni di Solaris, il grande libro di Stanislaw Lem da cui Tarkovskj ha tratto il suo film capolavoro. Personalmente, in molti aspetti ho anche ritrovato echi de L’invenzione di Morel di Adolfo Bioy Casares, un’altra opera ambientata su un isola in cui si muovevano personaggi fantasma evocati grazie a una nuova macchina che riproduceva la realtà: ecco dunque un’analogia con il “SychoDreamer”, la macchina inventata dal professor Carlos Aztarain per i Redivivi finalizzata alla condivisione onirica. La terza parte del volume, infine, è dedicata al misterioso personaggio del rumeno Hasany, figura enigmatica che abita – o sembra abitare – l’isola.

Ma tutto a Malapunta è sogno e, sfruttando abilmente i meccanismi del thriller, Morgan Perdinka/Danilo Arona intesse una trama avvincente in cui alla fine l’apocalisse sembra vicina e il pianeta inizia a collassare su stesso, avvicinandosi inesorabilmente al Punto Zero.

Danilo Arona, grande e dotato evocatore di incubi, dimostra ancora una volta di essere uno di quegli scrittori che continuano a dare linfa e vitalità al filone del fantastico italiano assieme ad altri nomi assolutamente di rilievo come Gianfranco Manfredi, Andrea G. Colombo, Francesco Dimitri e Claudio Vergnani.

Un doveroso plauso alle Edizioni XII che continuano, con grande impegno, a pubblicare narrativa italiana fantastica di qualità, dimostrando notevole serietà e competenza. Ottima anche la grafica dei volumi della casa editrice curata dagli artisti di Diramazioni.

Morgan Perdinka “Malapunta” – Edizioni XII – Collana Eclissi – 354 pagine – € 17,50 –