A poco più di un anno di distanza dal concerto tenuto al Tunnel di Milano, Zola Jesus torna nel capoluogo lombardo per la prima di quattro date sul suolo italico, a dimostrazione che, nel corso di quest’anno la sua popolarità è cresciuta, grazie anche alla pubblicazione di quel gioiello che risponde al nome di Conatus.

Il concerto si tiene al Circolo Magnolia, e vede la partecipazione di un numeroso pubblico (decisamente aumentato rispetto allo show dell’anno scorso), in gran parte in adorazione della giovanissima artista americana; Zola Jesus questa volta è accompagnata da quattro musicisti, tra tastiere e percussioni e questo gioverà indubbiamente alla resa del concerto, per un sound decisamente più corposo e potente (sopratutto l’apporto della batteria regalerà arrangiamenti più potenti, si veda il devastante finale di “Vessel”, con Zola Jesus a muoversi come posseduta al ritmo delle incessanti percussioni e delle luci strobo).

Nika Roza Danilova (questo il suo vero nome) ha fatto grossi progressi nel corso di un anno: ferma restando la sua magnifica voce (a dire il vero la partenza è stata un po’ in sordina, ma la sua prestazione è cresciuta pezzo dopo pezzo), ora Nika tiene il palco con maggior personalità e se l’anno scorso non aveva quasi mai alzato gli occhi da terra, quest’anno fissa il pubblico e lo ammalia (durante un pezzo scenderà anche dal palco, mischiandosi tra la gente, cantando e danzando); abbandonati gli abiti neri, anche il suo look pare più ricercato: indossa un abito grigio a mò di tunica e risulta anche maggiormente sexy.

La scaletta vede l’esecuzione quasi integrale di Conatus, con “Avalanche” ad aprire lo show e chiusura (prima di due bis) affidata alla già citata “Vessel”, mentre del repertorio più datato, ricordo la splendida “The Night”, “Sea Talk” e “Poor animal”.

Il concerto dura poco più di un’ora, ma si è trattato di uno dei migliori spettacoli che io abbia visto quest’anno e che ribadisce la bravura di Zola Jesus, incontrastata nuova regina della scena “alternative-oscura”.