Dopo i primi due EP accolti quasi unanimemente in modo positivo (a suo tempo già presi in considerazione anche da noi: https://www.versacrum.com/vs/2007/06/sinezamia-fronde.html e ancora https://www.versacrum.com/vs/2009/06/sinezamia-sacralit.html) ecco finalmente il primo album della band mantovana, sempre rigorosamente autoprodotto, che conferma per fortuna le generali aspettative che già il singolo Ombra, uscito circa un anno fa, aveva stimolato. I nostri restano fedeli al loro stile, cioè dark quanto basta ma anche ‘spacciatori’ di robusto rock’n’ roll con i Litfiba come ‘angeli custodi’: i vecchi di “Elettrica danza”, non quelli di “Sole nero”. Si percepisce inoltre tanta voglia di misurarsi con qualcosa di nuovo che sia la prova di una personalità in divenire. Si comincia con “Ghiaccio nero”, che si riallaccia direttamente alla New Wave italiana classica e dove ben presto il frontman Marco Grazzi fa sfoggio di potenza e di un notevole carisma. La title track, uno degli episodi più pregevoli, segna un punto a favore di una sorta di gothic rock molto più moderno: l’atmosfera si riscalda rapidamente. “Nella distanza”, con il suo suggestivo esordio minimale ed un ritmo in crescendo, risente nuovamente dell’ispirazione post-punk grazie soprattutto alle belle tastiere di Scaietta, mentre “Occhio Elettrico” con chitarra e percussioni quasi ‘metallare’, ci regala un momento più ‘energetico’. Vi è poi il già citato “Ombra”, che travolge con un ritmo ancora una volta vicino ai migliori Diaframma e Litfiba, e dove la presenza della chitarra, di nuovo, attira decisamente l’attenzione. “Venezia” è uno dei pezzi più originali: inizio cupo, dal sapore decadente, lascia poi via libera ad una chitarra in gran forma: il suono è corposo e ricco di fantasiose variazioni. “Frammenti”è un brano decisamente ‘rockeggiante’, gradevole all’ascolto ma su una linea più convenzionale, mentre  “Nebbie di guerra” ci regala autentiche sonorità goth . Una parola di elogio alla produzione, davvero professionale, e all’appassionato impegno che traspare da ogni nota e che, ne siamo certi, non potrà non dare i suoi frutti.