Il sodalizio di John Foxx con Ben Edwards (‘Benge’) sta funzionando, quindi ecco un loro nuovo prodotto. Evidence continua il discorso di Interplay e di The Shape of Things ed è sorprendente quanto la qualità musicale rimanga ancora alta. Per creare delle gradevoli variazioni, tuttavia, stavolta troviamo la collaborazione di altri artisti – Xeno & Oaklander, The Soft Moon, Matthew Dear, Gazelle Twin, Tara Bush – che ben hanno saputo adeguarsi allo spirito di questo lavoro apportando il loro peculiare contributo. L’approccio stilistico in questo disco è palesemente più dark, ma anche più fantasioso e libero, dunque meno freddo e ‘digitale’. Si apprezzano inoltre brani strumentali molto gradevoli, a cominciare dal primo, brevissimo “Personal Magnetism” al piccolo gioiello “Cloud Coreography”, poco più in là, lieve ed atmosferico. La title track vede la collaborazione dei Soft Moon, curiosamente ‘alleggeriti’ e resi più ‘spaziali’ e ricchi di echi, con un risultato più che pregevole. Segue “That Sudden Switch” con la presenza, stavolta di Xeno & Oaklander: traccia ipnotica e gelidamente seducente. In “Talk” troviamo il musicista elettronico Matthew Dear, il cui apporto produce gli effetti più ‘tecnologici’. Il brano “Changelings” è di Gazelle Twin, dal suo album The Entire City: qui viene rivisto e remixato e, decisamente, sembra trasferito su di un altro pianeta, nonostante il rispetto per lo spirito originale. “My Town” è invece frutto di Foxx e i Maths e non si può dire nulla: ritmato ed elegante. Subito dopo, la cover di “Have a cigar” dei Pink Floyd suona vagamente curiosa ma certo non da buttar via; tuttavia è il remix di “A Falling Star” tratto da Interplay, ad essere davvero ben riuscito, impreziosito anche dalla voce, ancora una volta, di Gazelle Twin. “Walk” e “Only Lovers Left Alive” sono entrambi dei gran pezzi, tipicamente foxxiani: morbidi e crepuscolari, hanno un sapore ‘retro’ che non può non suscitare nostalgie e ricordi appena offuscati, per non dover risultare dolorosi.
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