È passato un secolo dalla morte del grande scrittore irlandese Bram Stoker (1847-1912), noto in tutto il mondo per il suo romanzo Dracula, considerato uno dei capolavori della letteratura fantastica dell’Ottocento e portato in scena innumerevoli volte sia a teatro che sugli schermi cinematografici. Due anni dopo la sua scomparsa, la moglie Florence Balcombe decise di dare alle stampe il Dracula’s Guest, una raccolta di 9 “short stories”, alcune inedite, altre pubblicate solo su periodici inglesi e americani, che riprendevano i temi orrorifici dell’opera più importante. Scritte all’incirca negli stessi anni dell’elaborazione del Dracula, alcune di queste storie vi si accostano anche tematicamente, come nel caso del racconto che dà il titolo all’antologia, “L’invitato di Dracula”, che è anche quello più noto e importante. Considerato da molti studiosi come un vero e proprio “incipit” del romanzo principale, in realtà è tratto da scritti preparatori e da capitoli poi tagliati dalla versione definitiva del Dracula e si inserisce nelle vicende iniziali del romanzo, durante il viaggio di Jonathan Harker verso il castello di Dracula. Ambientato a Monaco, città effettivamente visitata da Jonathan Harker nel suo viaggio verso la Transilvania, si svolge durante la Notte di Valpurga tra il 30 aprile e il 1 maggio, ovvero la notte in cui gli spiriti maligni tornano in libertà, si aprono le tombe e i morti escono e camminano.
Le altre novelle, a partire da “La casa del giudice” e “La squaw”, conosciuta anche come “La Vergine di Norimberga”, sono pure tutte dei piccoli capolavori del brivido e della paura, dove si alternano apparizioni angosciose, luoghi che da tranquilli e familiari si rivelano cupi e misteriosi, spettri e defunti “non pacificati”, terribili sogni premonitori. Il tutto comunque non senza un pizzico di ironia nei confronti della rigida società del tempo e anche con un certo interesse per l’analisi sociale, come in particolare ne “Il funerale dei ratti” (“The Burials of the Rats”). Oltre ai racconti citati meritano una segnalazione anche “Il segreto dell’oro che cresce” (“The Secret of the Growing Gold”) dalle atmosfere alla Poe, “Il ritorno di Abel Behenna” (“The Coming of Abel Behenna”) per l’ambientazione particolarmente suggestiva e impressionante e “Le sabbie di Crooken” (“Crooken Sand”) con l’intrigante motivo del doppelgänger .
L’antologia edita da Stampa Alternativa, curata e tradotta dall’esperto “vampirologo” Fabio Giovannini, ha il merito di raccogliere insieme per la prima volta tutti questi racconti, esattamente nell’ordine in cui si presentavano nella versione originale del Dracula’s Guest: si tratta della prima traduzione integrale in italiano, perché inizialmente il racconto “L’invitato di Dracula” era stato tradotto da Ornella Volta e pubblicato nel 1965 nella antologia Frankenstein & Company e poi ristampato assieme ad altri cinque racconti con il titolo La Vergine di Norimberga. Racconti del terrore dell’autore di “Dracula il vampiro” nel 1970; solo negli anni ’90 altri racconti erano stati editi, tra cui “Il segreto dell’oro che cresce” tradotto e pubblicato da noi su Ver Sacrum n. IV nel febbraio 1994. Si tratta dunque di un volumetto assolutamente da non perdere per tutti gli amanti della letteratura gotica e dell’orrore, con un’interessante presentazione che inquadra in modo esauriente questi racconti all’interno della produzione letteraria di Bram Stoker e della sua biografia.