Dopo l’incredibile hanDover, per chi scrive uno dei migliori episodi della loro eccelsa discografia, e un semibootleg ufficiale, gli Skinny Puppy tornano con questo nuovo album. Se hanDover era un’opera estremamente intensa e a tratti malinconica, Weapon sorprende per questa sua aura piuttosto leggera: non che tematicamente il CD affronti argomenti sbarazzini, essendo tutto incentrato sulla violenza, sull’onnipresenza delle armi, sul potere e sul controllo, argomenti, in particolar modo l’ultimo, a cui la band nordamericana è da sempre assai sensibile.
Musicalmente Weapon vuole essere un omaggio agli albori della scena elettronica dei primi anni ’80 e si riallaccia così idealmente alla musica degli esordi del gruppo, in particolare alla loro prima uscita su disco, lo stupendo Remission uscito originariamente come EP nel 1984. Per confermare questo intento gli Skinny Puppy hanno così scelto di prendere “Solvent”, un loro brano del periodo tratto proprio da Remission, e riproporlo nel nuovo album, in una versione a dire il vero piuttosto simile all’originale. È facile rintracciare poi altri espliciti omaggi alle sonorità degli esordi in “Salvo” o nella bonus track “Overdose”. Se questa ripresa dei suoni delle origini ha rappresentato un’ispirazione dichiarata dallo stesso gruppo, in Weapon mi sembra anche che i lavori solisti di Nivek Ogre a nome Ohgr, in particolare il recente unDeveloped, abbiano influenzato non poco il risultato finale. Ascoltate ad esempio “Paragun”, “Wornin” o “Illisit” in cui si riconoscono quelle strane atmosfere pop trasfigurate da cascate di incessanti suoni sintetici. Non è un caso quindi che Mark Walk, sodale di Ogre nel suo quasi omonimo progetto solista, nonché collaboratore degli Skinny Puppy nei loro dischi post-reunion, sia in Weapon accreditato per la prima volta come un membro ufficiale del gruppo.
Il tono complessivo dell’album è quindi un po’ leggero, con ritmi decisamente uptempo, senza particolari eccessi o estremismi sonori: giusto in “Tsudanama” viene scelto qualche suono un filo più ostico e il tono si fa leggermente più claustrofobico, ma anche qui senza particolari eccessi. Se “Survivalisto” spiazza poi per i suoi suoni gommosi e il ritornello quasi scanzonato, in “Glowbel” e soprattutto nella splendida “Terminal” le atmosfere si tingono di scuro, tanto da far ricordare in questi due ottimi episodi la tensione spleen di hanDover.
Weapon ha convinto un po’ tutti, sia i vecchi fan del gruppo che più genericamente gli appassionati della musica oscura, tanto da raggiungere risultati incoraggianti anche nelle classifiche americane. Personalmente mi aggrego nel dare un giudizio più che positivo a questo album, ma non posso fare a meno di pensare che in Weapon gli Skinny Puppy hanno dato sì una prova di gran classe ma non ci hanno messo veramente fino in fondo l’anima.
bravo christian!!
ottima recensione
concordo in pieno
Grazie Lorenzo!
Skinny Puppy forever! 🙂