Solfanelli pubblica un nuovo interessantissimo saggio di Renzo Giorgetti sul grande H.P. Lovecraft intitolato Lovecraft e la sincronicità. Giorgetti prosegue così il discorso sul solitario di Providence: in precedenza aveva pubblicato L’India e i Miti di Cthulhu (Dagon Press – 2009) e Archetipi Lovecraftiani (Edizioni Diversa Sintonia – 2012), testi che evidenziavano un approccio simbolico nel solco degli studi di Gianfranco De Turris e Sebastiano Fusco.
Proprio quest’ultimo è l’autore dell’introduzione a questo nuovo volume. Giorgetti utilizza in questo saggio il metodo della sincronicità teorizzato da Carl Gustav Jung nel 1950. Jung definisce il fenomeno in questi termini: “Coincidenza temporale di due o più eventi non legati da un rapporto causale che hanno uno stesso o un analogo contenuto significativo”. In realtà già il noto politologo Giorgio Galli aveva affrontato l’argomento Le coincidenze significative: da Lovecraft a Jung, da Mussolini a Moro, la sincronicità e la politica. Il capitolo dedicato alla figura di “Nyarlathotep” è indicativo di questo metodo: la divinità del pantheon “lovecraftiano” incarna infatti lo stato di tensione che accomuna le folle in un particolare momento storico. Il racconto è il frutto di un vero e proprio incubo di Lovecraft che lo scrisse subito di soprassalto appena svegliatosi. La tensione apocalittica di Nyarlathotep, con la folla in preda allo sgomento a causa di sconvolgimenti politici e sociali, la ritroviamo in alcuni eventi storici contemporanei come la Rivoluzione Russa o nella crisi sociale di un paese come la Germania all’indomani della Prima Guerra Mondiale che sarà all’origine di tensioni fortissime. Queste tensioni caratterizzavano anche l’America di H.P. Lovecraft. Non mancano poi gli accostamenti apparentemente azzardati come quello fra Lovecraft e il contemporaneo scrittore italiano Massimo Bontempelli. Purtuttavia Bontempelli, nel romanzo La vita operosa, scritto nei primi anni ’20, delinea la figura di un intellettuale in rivolta contro la società moderna e narra le sue vicissitudini in una grande metropoli dopo il primo conflitto mondiale dove scoprirà di essere incapace di adattarsi al sistema economico del suo tempo. Una descrizione che sembra ritrarre HPL, in particolare nel suo soggiorno a New York. Altro accostamento molto suggestivo è quello descritto nel capitolo finale dove la musica di Erik Satie viene paragonata a quella di Erich Zann. Satie, uno dei grandi della musica contemporanea, viene dipinto come un personaggio eccentrico e appassionato di esoterismo. Trovo felice questo paragone in quanto personalmente ho sempre pensato che la musica contemporanea fosse quella che meglio descriveva quella del racconto The Music Of Erich Zann.
Lovecraft e la sincronicità è un volume consigliatissimo che non mancherà di affascinare e catturare il lettore anche se ogni tanto è possibile ravvisare qualche forzatura.
Renzo Giorgetti “Lovecraft e la sincronicità” – Solfanelli – 121 pagine – Euro 11,00