Esce Terrestrials, un’interessante e fruttuosa collaborazione fra gli Ulver (un nome ormai consolidato che ha esplorato, nel corso degli anni, stili differenti come il black-metal, l’elettronica, la psichedelia, il prog e anche la musica da camera nel recente Messe I.XVI.X) e i Sunn O))), gruppo di Seattle di drone doom metal. Non è sorprendente che l’incontro di due realtà così eclettiche abbia generato la musica oscura e magmatica che possiamo ascoltare in Terrestrials. L’album è diviso in tre lunghe tracce in cui quello che emerge è il lato sperimentale dei due gruppi. Quello che possiamo ascoltare sono bordoni minimali lenti e cupi che si evolvono lentamente creando uno spazio interiore di consapevolezza metafisica. Il disco inizia con la quieta “Let There Be Light” in cui i vari strumenti, fra cui chitarre e fiati, creano un’atmosfera di quiete prima della tempesta. Nella successiva “Western Horn” il clima diventa più minaccioso e inquietante mantenendosi nel solco di una concezione sonora statica. La traccia finale “Eternal Return” è indubbiamente la perla di questo disco con le sue ambientazioni malinconiche e mistiche. La musica è dilata ed espansa e da un senso di vertigine cosmica. Nella seconda parte la voce di Krystoffer Rigg degli Ulver declama, su un tappeto sonoro oscuro ed epico, un testo esoterico che parla dei misteri delle antiche civiltà dell’Egitto e della Grecia trasportandoci in un universo alternativo. Si tratta indubbiamente del pezzo forte di Terrestrials. Mi sento di consigliare Terrestrials a tutti gli amanti del dark-ambient e ai viaggiatori cosmici.
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