Adrian Hates torna con i suoi Diary of Dreams per l’undicesimo album in studio: Elegies In Darkness è un lavoro che si inserisce nella tradizione ormai consolidata della band di cui egli, significativamente di formazione musicale classica, nel corso del tempo si è sempre più confermato l’anima e la mente. Rispetto alla produzione precedente, i brani di Elegies In Darkness manifestano una maggiore tendenza alla malinconia ed all’introspezione, ma non mancano all’occasione riff energici di chitarra o ritmi più sostenuti. Già l’opener “Malum”, per esempio, resta legata all’elettronica ‘dura’ e ai ritmi di cui si diceva e l’atmosfera appare pervasa di pathos oscuro denso di emozione. Subito dopo, la bella “The Luxury Of Insanity” propone un andamento rallentato e cupo con un paesaggio carico di tempestose nubi in attesa di esplodere: suggestiva ed efficace la parte vocale che attesta l’invariata classe del nostro. “StummKult”, con il suo incedere martellante in stile ‘tribale’ fa lievitare la tensione, “Dogs Of War” procede melodica e triste, ravvivata dalle tonalità intense del canto e “A Day In December” esordisce con un piano assai romantico anche se, più in là, scade un po’ nel lacrimevole. Per fortuna, poi, “A Dark Embrace” torna a modalità più ‘forti’ ed il ritmo tendenzialmente  impetuoso sorregge chitarra e  tastiera in efficace armonia; la stessa tenebrosa intensità ritroviamo in “The Game” anche se, in verità, la melodia appare più scontata e convenzionale: in realtà è la successiva “Dream Of Ghost” quella più ‘orecchiabile’ ma la formula risulta, in questo caso, vincente per la bella tastiera ed il canto seducente di Hates. Infine voglio segnalare “House Of Odds”dall’incedere solenne e un po’ ‘sinfonico’ e la chiusa di “Die Gassen Der Stadt”, che regala momenti di romantica malinconia. Di Elegies In Darkness è uscita comunque un’edizione speciale limitata che include tre brani supplementari; di questi, in particolare, menziono “Remedy Mine”, che alterna passaggi veementi ad altri invece struggenti, nel complesso un pezzo gradevole: gli estimatori non potranno non apprezzare.