Stella Aurora, nata a Roma nel 1970, è una scrittrice che dà forma agli incubi e ai sogni che popolano le nostre notti di tenebra. L’autrice, nell’introduzione a questo smilzo libretto pubblicato da Albatros, ci spiega la genesi delle sue paure ancestrali. Sono stati così i film dell’orrore (come Nightmare) e di fantascienza (in particolare Alien) a codificare le sue pulsioni oscure. Poi c’è stata la grande influenza del grande Stephen King in tutti i suoi aspetti – cinematografici e letterari – a dar corpo alle sue visioni. La città di Roma ha poi fatto il resto, con i suoi antichi misteri e il suo fascino “mitico” che si perde nei secoli. Sono nati così i racconti di Onirica, piccoli squarci notturni che ci mostrano il lato oscuro della realtà. A quattro passi da Roma – la prima storia – narra della sopravvivenza di antichi culti pagani in piena epoca moderna e il contesto “ideale” non poteva che essere quello della città eterna e dei suoi dintorni dove si tiene un fantomatico “Festival delle Epoche”. Altrove è la fantascienza a prendere il sopravvento come in Bioagriturismo 100% naturale dove gli incubi di uno scrittore morto da poco si concretizzano all’interno di un bioagriturismo in cui gli alieni stanno conducendo esperimenti scientifici che, nei loro intenti, gli permetterebbero di prendere possesso della terra. Come atmosfere mi ha ricordato il vecchio film, un classico della fantascienza, L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel del 1956. Come il precedente, anche questo racconto si lascia leggere piacevolmente ma manca di originalità, sembra di vedere qualche vecchio episodio di Ai confini della realtà e neanche di quelli più riusciti come nel successivo Nemesi. Il mostro invece (una lunga storia divisa capitoli) sembra più riuscito anche se non c’è il soprannaturale. Si tratta di una triste vicenda di pedofilia in cui è presente il colpevole diventa il simbolo del Male. Chiudono la raccolta I racconti del gatto nero, un piccolo ciclo composto da 4 racconti i cui è sempre presente un misterioso gatto nero che sembra dotato di oscuri poteri soprannaturali. Gli orchi mi sembra quello più carino dove vediamo materializzarsi gli incubi dell’infanzia. Ora non resta che aspettare una nuova prova della scrittrice.
Stella Aurora “Onirica” – Albatros -122 pagine – Euro 12,90 – 2013
Onirica è proprio un titolo azzeccato per questo libro horror che riprende, anche con un pizzico di nero humor, gli incubi che ognuno di noi, almeno una volta, ha fatto nella vita e che a volte sono così reali che ci tormentano anche da svegli. L’ autore, originale nel riadattare gli antichi mostri in tempi moderni, racconta in maniera puntuale, asimetrica e quasi senza pathos episodi di ordinaria routine: la gita in campagna di giovani coppie che si trasforma in un film horror, il serial killer … il gatto nero e la gattara …
insomma la vita quoditiana è quotidianamente piena di horror è l autore ne coglie i lati più neri sezionando con abilità chirurgica aspetti di “un reale al di là del reale”. Non è facile descrivere l horror senza tanti spargimenti di sangue (splatter) o senza qualche zombie errante … ma l autore ci riesce benissimo dando vita a nuovi mostri addirittura li fa li descrive alieni (e se fossi un amante della narrativa fantascentifica un pò mi in..azzerei)e chissà da quale pianeta?.
Piacevole e sorprendente, macabro e allo stesso tempo divertente. Onirica è una raccolta di racconti horror e fantascientifici, carichi di ironia inaspettata e di nuova energia per un genere in cui, almeno al cinema, si è già visto tutto. La scrittura di Aurora Stella è compulsiva e veloce ma precisa e dettagliata, propria di chi, svegliatosi di colpo dopo un brutto sogno, vorrebbe raccontarne subito il contenuto, finché ne è vivido e intimamente sconvolgente il ricordo, prima di dimenticarlo per sempre. Costui, sedutosi finalmente sul proprio letto e passata l’ansia per gli orribili eventi che la sua psiche ha vissuto, sorride ironizzando sulla sua fervida fantasia notturna e, pure, rabbrividisce ammettendo che, malgrado tutto, quell’incubo non discosta molto dalla realtà.
Aurora Stella si avvale delle sue origini romane per restituirci delle scenografie inedite per il genere fanta-horror ma molto pertinenti e per tratteggiare dei personaggi molto vicini al neorealismo, come ad esempio l’anziano macellaio del racconto “Cuore di lupo”. Traspare l’amore per la Città Eterna e i suoi dintorni, l’ossequioso rispetto per il mondo animale. Il suo stile si avvale della letteratura classica dell’horror alla Edgar Allan Poe e anche della letteratura e della cinematografia fantascientifica (dalla saga di Star Trek ai film di Stephen King). I suoi racconti sarebbero, a mio parere, ottime tracce da sceneggiare per inaugurare un nuovo genere cinematografico, il fanta-horror all’italiana o alla romana.