Raccolta di reliquie (versioni alternative di tracce già pubblicate tra 1998 e 2009) e quattro inediti, dei quali due sono omaggi a gruppi ai quali gli A.G. stessi riconoscono con grande deferenza l’influenza esercitata, destinata a pochi, considerato che Terror From Hell curerà la versione in CD (in 500 copie), mentre Horror Records rilascerà quelle in vinile (rigorosamente nero, anche in questo caso le copie sono cinque centinaia) ed in cassetta (solo un centinaio!), e che probabilmente non vedranno ulteriori edizioni. Una oscura celebrazione di un suono che poggia sull’onnipresente organo e su chitarre che erigono un muro sonoro impressionante nella sua possanza, pronte a lanciarsi in a soli mortiferi, come in “Fear of profanation” (originale dal demo “Funereal” del 1998), uno degli esempi più alti di occult-metal mai manifestatisi negli anni. Due dei brani proposti riesumano esibizioni live del 2006 (le tastiere cerimoniali di “Exsequia occulta”, che nell’omonimo EP del 2000 sfiorava il quarto d’ora) e del 1998 (“Bara”, ed il suono è davvero catacombale), la cover di “Profanation” dei Death SS rinsalda il legame con una altra entità del fertile sottobosco italico (il cui humus viene pur troppo disconosciuto da troppi), mentre per “Raise the dead”… La malvagità dei Bathory (questo brano è tratto dall’omonimo esordio del gruppo di Quorthon, anno 1984) non è replicabile da alcuno, ma gli Abysmal Grief s’accostano all’originale esibendo una deferenza che con cade nella mera venerazione, bensì eleva gli esecutori al pari o quasi del modello, e poco importa se si potrà obiettare che certe sfide non andrebbero nemmeno intraprese. Il suono degli Abysmal Grief, dagli esordi ad oggi (l’ultimo full-lenght “Feretri” rappresenta uno dei vertici assoluti del metal funereo) si è potuto permettere di rifuggire da catalogazioni affrettate (e detestabili), essendo asservito ad un verbo schiettamente autarchico che ha pochi eguali. Vi sono ovviamente dei punti di contatto (Paul Chain/Death SS, Malombra, Black Hole), a volte pure evidenti, è ovvio, ma l’ardita architettura gotica che Lord Alastair, Regen Graves e tutti coloro che hanno partecipato ai riti officiati in questi anni (quasi quattro lustri) commemorano in ogni una delle loro manifestazioni li pone al riparo da qualsisia appunto che qualche impavido intendesse muover loro. Amen.
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