Grazioso il monicker adottato dal compositore e polistrumentista triestino Andrej Kralj per la sua creatura, fautrice di un doom autarchico e contiguo al gothic. Si avvale dell’ottima voce di Martina Feri, elemento che si rivela risolutore in situazioni quali “A dripping gutter” e “Tower of gold”, questa ultima da annoverare nella lista di brani che trovano nei Christian Death e nella loro architettura sonora dei riferimenti precisi (non gli ultimi C.D, chiaramente!). Non riesco invece, sarà un mio limite, ad adusarmi alla cavernicola voce maschile, da orco tolkeniano, che certamente per l’Autore trova una sua giustificazione che sarebbe opportuno approfondire. Detto che il suono a volte risulta scarno e ridotto all’essenziale, A day in Venice riesce comunque ad affascinare, come un vecchio palazzo che tenta invano di specchiare la sua decaduta bellezza nelle acque limacciose d’un canale. Si percorrono calli ascoste alla folla, se mi permettete ancor di giocare col nome/titolo (deliziosi i violini della dolente “Day in the woods” e della title-track), a volta mi par di rilevare in profondità una nota misantropica che fu dei primissimi My Dying Bride/Anathema/Paradise Lost, e che esacerbava simili inclinazioni delle quali Quorthon fu maestro, coi suoi Bathory (“Your bread, my flesh”). Anche acts come Avatarium vanno indicati come possibili riferimenti (“The coming” ed ancora “Tower of gold”), i brani lenti e cadenzati sono quelli ove meglio ADiV (che già rilasciò testimonianze di sé nel 2013 col demo “Narcotic luxuria”)esprime eloquentemente il suo potenziale. Oltre alla brava Feri, Andrej si è avvalso della collaborazione pure di Paolo Marchesich, batterista dei Sinestesia, e cantante lirico Goran Ruzzier (protagonista della lunga e ieratica “As the ship docks”, esempio di incorrotto doom goticheggiante ove il complesso si applica al meglio), affidando masterizzazione e missaggio a Nikola Klavzar. A day in Venice liricamente s’incentra sul tema dei vizi cardinali, e certe lancinanti parti di chitarra paiono fustigare l’uditore, richiamando la sua attenzione. Essendo un progetto proprio nel quale il suo promotore ha profuso ogni sforzo, non poteva mancare a supporto una grafica curatissima e ricercata.
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