No, I Kissin’ Black non sono la risposta svizzera ai The 69 Eyes, nemmeno a quelli più spompati. A Lucerna vogliono rompere la routine quotidiana ascoltando le ballatone dei finnici in random, fino allo sfinimento. Ecco così che i nostri quattro colgono dei riferimenti, ma poi li elaborano con piglio personale, confidando nel proprio spirito di osservazione. Piacevoli le ambientazioni acustiche che caratterizzano episodi come “Borderline”, che sa di polveroso saloon di qualche dimenticato villaggio del New Mexico ove esibirsi per qualche dollaro. Ma ai KB basta poco (senza per questo accontentarsi del minimo sindacale) per imbastire brani ove prevale la melancolia, pronti anche a prendersi qualche azzardo. Perché la cover di “Wild child” (gà presentata come singolo) degli W.A.S.P. non me l’aspettavo, sembrano The Lords of the New Church in vena di scherzare durante il sound-check, ma il risultato è sorprendente! Oggi Blackie Lawless non riuscirebbe ad interpretare la sua hit con tale passione (pure lui è invecchiato maluccio…). Punto a favore dei confederati e i procede con l’ascolto, a questo punto Heart ove head ha decisamente svoltato. Si ripigia il tasto play e ci si sofferma a meditare su “Marrakech”, ma questi sono proprio bravi, “More than life” parrebbe estratta dal song-book degli ultimi Foo Fighters, se non fosse decisamente più… disillusa rispetto alla produzione media dei chart-busters di Grohl. Certo che Heart over head faticherà ad imporsi al di fuori di un ambito ristretto, oggi si pretendono più muscoli, eppoi undici canzoni (oltre a due brevi recitati, “Il fiore” in italiano) sono troppe e sopra tutto troppo omogenee. Comunque coraggiosi, non v’è dubbio, la finale “Goth: has no name” lo dimostra, colla sua acustica bellezza distesa lungo tutti i quattro minuti di durata. Una ballata col pianoforte in evidenza che Wayne Hussey, se avrà modo di ascoltarla, apprezzerà.

Per informazioni: http://www.promofabrik.de
Web: http://www.kissinblack.ch