Dall’America arriva questa compilation/strenna di Natale, con sette brani ethereal neofolk.
Il lavoro si apre con quello che a mio avviso è il pezzo migliore di tutto l’album, “Angels – Hope In Darkness” di Adam London, un brano di una dolcezza ed uno struggimento infinito nel quale si inseriscono degli intermezzi più oscuri – un riferimento al titolo: ma questo contrasto riesce davvero a rievocare il desiderio, la necessità del calore dei sentimenti di un’anima imprigionata nelle tenebre.
Il secondo pezzo è “Walking In The Air” degli Accolade, un pezzo tipicamente ethereal, che ricorda nelle sue sfumature i canti gregoriani, i madrigali, in cui il divino si esprime mediante il cantato in falsetto delle celestiali voci bianche.
Segue “Away In A Manger” di Leper, dalle atmosfere decisamente più cupe e tormentate – come anche la voce maschile: una sorta di ballata gotica, che può ricordare i pezzi più lenti ed atmosferici di gruppi come i Fields of the Nephilim.
“Still, Still, Still” dei Batzz in the belfry è una bizzarra ballata, dall’atmosfera inizialmente oscura inframmezzata da sonorità natalizie, come le campane a festa, che si illumina nel proseguo, ricordando dei pezzi di new wave atmosferica alla Prefab Sprout.
“The Greatest Gift” degli Atlantica Vox è un pezzo lentamente ipnotico, con delle belle sonorità cantilenanti inframmezzate da un bel gioco di tastiere: l’unico punto debole è forse la voce, che personalmente trovo si adatti poco alle atmosfere del brano.
“Silent Night” degli Anemia è una cover version goth del classico natalizio per eccellenza, qui riproposta con riff di chitarre pesanti ed oscure, quasi metal, che fanno pensare molto più ad un “Black Christmas”.
“Adeste Fideles” dwgli Epic Church è un brano che inizia con delle tastiere classiche, in stile chiesa, sulle quali si sovrappongono delle percussioni tipo EBM.
La compilation nel complesso non è male, anche se forse solo sette canzoni sono un po’ poche, ma presenta alcuni pezzi veramente notevoli ed offre comunque l’occasione di ascoltare dei gruppi ancora sconosciuti, almeno qui da noi.