Il progetto franco/belga Vuduvox è di formazione recente ma include due figure che gravitavano da un po‘ in ambito musicale, Jean-Christophe van Thienen – già membro dei Buzz – e Olivier T., quest’ultimo collaboratore di GrandChaos e dei più noti Signal aout 42. Vaudou Electrique è il debut album, in uno stile che oscilla fra electro, EBM, industrial, senza scelte estreme e, curiosamente, con i testi in francese: qua e là non manca fra l’altro qualche ‘cedimento’ alla melodia che rende l’ascolto più accessibile e scorrevole. L’opener “Sérénade Pour Un Renégat”, dal repertorio dei Buzz, è anche uno degli episodi migliori: l’inizio con indistinte voci registrate precede uno scenario definito da ritmo non troppo movimentato abbinato a sonorità ‘corpose’. La successiva “Berlin” impone una decisa ‘accelerata’ e l’andamento diviene nevrotico se non addirittura affannoso mentre in “Kamikaze” il clima si fa assai più cupo e tinto di industrial. Ma è “L’usine” uno dei brani in cui la componente industrial si percepisce maggiormente: non che il ritmo sia forsennato ma i suoni risultano spesso netti e ‘taglienti’, perfetti per un paesaggio color piombo. Anche “Fascination”, più in là, attinge a sonorità aggressive, mentre “Bruit blanc”, invece, è un ‘saggio’ di synth pop freddo e asciutto. “Ils Descendront Du Train” ha per oggetto l’olocausto e questo spiega forse l’atmosfera più densa ed opprimente, con veementi ‘sciabolate’ elettroniche e, poco dopo, giunge “Disco-démolition” con passi scuri e martellanti . Segnalo infine la conclusiva “Vu-Du-Vox (Part 1 & 2)”: l’esordio all’insegna degli effetti elettronici e delle voci ‘robotiche’ (il nome Vuduvox viene ripetuto in tutte le salse!) ricorda vagamente i vecchi Kraftwerk ma poi irrompono suoni pulsanti e ossessivamente ritmati ‘conditi’ con effetti elettronici per così dire ‘stroboscopici’. Fra una traccia e l’altra, dodici brevi, occasionali intermezzi che segnano il passaggio fra i vari contesti in un album che non mancherà di interessare gli amanti del genere.
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