E’ uscita già da qualche mese la colonna sonora di Gone Girl, la pellicola di David Fincher a cura della premiata ditta Trent Reznor and Atticus Ross. Ma chi conosce Ver Sacrum sa che non possiamo trascurare nulla che riguardi il signor Reznor, così, sebbene in lieve ritardo, eccoci a parlare di questa nuova soundtrack che, per quanto non eguagli francamente il valore di The Girl with the Dragon Tattoo o The Social Network rimane di altissimo livello, conferma la validità del sodalizio Reznor/Ross, almeno per quanto riguarda il cinema di David Fincher, ed ha procurato loro nomination ai Golden Globe, ai Satellite Award, ai Critics’ Choice Movie Award e forse anche a qualcos’altro. La pellicola in questione che, in Italia, è uscita con il titolo L’amore bugiardo – Gone Girl, narra una storia drammatica piuttosto complessa e caratterizzata da atmosfere molto cupe e pesanti: la colonna sonora tipicamente elettronica vi si adatta mirabilmente, alternando, nel corso dei ben ventiquattro pezzi composti per l’occasione, momenti angosciosi e patetici ad altri più sereni e distesi che tuttavia rispecchiano la tematica dell’ambiguità e del ‘segreto’ che è, fondamentalmente, il nucleo del film. Così si spiega il bellissimo esordio ambient pacato e sognante (“What Have We Done to Each Other”) che non manca però di lasciar presagire situazioni misteriose ed inquietanti. La continuità con “Sugar Storm” sembra passare da paesaggi solitari con variazioni ‘atmosferiche’ e la sensazione di solitudine si accentua ulteriormente in “Empty Places” perché sembra estendersi ai luoghi nascosti della mente, in cui però la calma apparente è increspata da occasionali irrigidimenti. L’anima industrial emerge in “With Suspicion” forte e chiara, con lo scopo di far lievitare la tensione mentre fa dileguare la calma; tale tensione, dopo una pausa piena di pathos – “Just Like You” ed il suo piano struggente che ritroveremo poco dopo in “Background Noise”  – regge implacabile: si considerino “Clue One” e “Clue Two” in cui si respira un’aura di ‘elettricità’ che a molti ha ricordato la soundtrack capolavoro The Girl with the Dragon Tattoo o “Something Disposable”, uno dei brani più belli proprio per l’abbinamento di una pacata base elettronica a rumori, suoni distorti e voci indefinite, con un effetto davvero angosciante. Si ascolti il finale ‘orrorifico’ di “Like Home” e si comprenderà quanto la pacatezza sia qui un’illusione. Ma è “Technically, Missing” uno dei pezzi forti dell’album e dà la misura di come questa musica sappia far presa sulle emozioni anche senza il supporto delle immagini: le note laceranti di chitarra sul ‘tappeto’ sintetico danno i brividi! Voglio menzionare ancora soltanto “Consummation” la cui ascesa verso uno scenario apocalittico – mediante  l’irruzione di suoni devastanti  – è talmente efficace da farci dimenticare che si tratta dell’accompagnamento di un film. In conclusione, non rammarichiamoci per il fatto che la colonna sonora di Gone Girl non compaia fra le candidature per gli Oscar 2015: non possono, sempre loro, portare ogni volta tutto a casa…