Primo full length per il progetto di Zurigo Veil of Light sotto l’egida della label svedese Beläten. Incentrato sul solo M – questo è tutto ciò che si conosce di lui – che suona la maggior parte degli strumenti e canta, questo progetto è stato creato nel 2012 come side project dei Twilight Empire, una band di new wave in cui egli militava con successo molto minore; Veil of Light si è poi rivelato assai più intrigante e Ξ – questo il criptico titolo dato al disco – decisamente degno di attenzione. Si tratta di musica cold/darkwave di ottima fattura: dieci tracce di cupa, densa malinconia ma anche raffinata, possono piacere a chi ricorda volentieri i primi Clan of Xymox. Sei dei brani, del resto, erano già presenti in un EP precedente ed avevano fatto sì che Veil of Light acquistasse una certa notorietà fra i seguaci del genere. Si comincia con “Xi”, una delle più originali, pervasa della sacralità di un rito religioso: sui suoni lenti e sinistri dell’inizio intervengono convulsi beats abbinando la solennità dell’atmosfera, sottolineata da una parte elettronica spettacolare, con il cupo elemento tribale. Poi, “Pale Eyes”, un amaro ma inebriante sorso di ‘goth’ e “In Ruins”, altro gran pezzo la cui chitarra non esce dalla mente. In “They Said” visioni spettrali e suggestioni quasi ‘cinematografiche’ fanno lievitare l’inquietudine e in “Falling Apart” la tastiera diffonde note sottili e pungenti. Malinconia desolata caratterizza “Sleepless Nights”, diviene totale oscurità in “Shoulders” e una lugubre danza degli spiriti in “Martyr”. Delle ultime due tracce segnalo soprattutto la conclusiva “Dust” dove l’atmosfera sembra permeata di una sorta di pacatezza rassegnata e chiude degnamente questa ‘epopea’ dell’angoscia.
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