A distanza di quasi due anni dal suo volume Sentieri di Notte, Giovanni Agnoloni ne pubblica il seguito, La Casa degli Anonimi. Se il primo libro era un buon esempio di romanzo fantastico agganciato a problematiche vicine alla nostra esperienza – la fine di Internet, il crollo del mondo progredito – quest’altro approfondisce gli aspetti più spirituali e legati alle relazioni intime fra i personaggi e fra loro e l’ambiente. La struttura è diventata più complessa e le figure che in Sentieri di Notte avevamo imparato a conoscere, qui sono presenti solo nel ricordo o semplicemente menzionate quali riferimento. Vi sono più vicende che si intersecano e anche più senso dell’avventura; la scrittura è talmente ricercata che si trae soddisfazione perfino dalla lettura fine a se stessa: non capita spesso in un romanzo di fantascienza e di certo il fatto si spiega con la familiarità dell’autore con la traduzione e lo studio di Tolkien.
La storia, qui, ha il suo centro nella’attività degli ‘anonimi’, un gruppo segreto di resistenza che ha reso inutilizzabile Internet anche in Nord America e Nord Africa, per impedire che la multinazionale che cerca di impadronirsi delle comunicazioni prenda ovunque il potere. Su questo sfondo si innestano i casi legati ai cinque personaggi che ci ritroviamo a seguire, tutti quanti coinvolti – come del resto l’intera umanità – nel processo che sta portando il mondo a dividersi in aree impossibilitate a avere contatti fra di loro. Kasper Van der Maart, Emanuela e Aurelio, Tarek, Ahmed sono in qualche modo misterioso connessi alle vicende che si sono svolte nel primo volume e le loro avventure, che Agnoloni porta avanti in simultanea, sembrano oscuramente convergere nell’inspiegabile visione di una donna in compagnia di due uomini in una casa sconosciuta. Così, al di là della ridda di imprevisti, eventi rischiosi e quant’altro che, naturalmente, si seguono con ogni possibile trepidazione, ciò che caratterizza questo La Casa degli Anonimi è un contesto narrativo così ricco di simboli e di impalpabili legami fra le persone ed anche fra le cose da rivestirsi, talvolta, di parvenze ‘metafisicheggianti’. Sogni, visioni e ricordi trascendono dal fantastico in sè per sviluppare complessi collegamenti che non è sempre facile comprendere. In qualche passaggio ci si sposta addirittura dal terreno della letteratura a quello della filosofia e la ‘quest’ abbandona i siti troppo ovvi della realtà per penetrare nell’intimo dei protagonisti, evocando temi come la solitudine, l’alienazione, il disagio dell’uomo in un mondo in cui, forse, si è persa la capacità di esprimersi nei modi che sono propriamente ‘umani’. Del resto, la semplice domanda “come vivremmo senza Internet?” propone un tema certo ‘spinoso’ sul quale ognuno di noi dovrebbe riflettere intensamente prima di dare una risposta. Ne La Casa degli Anonimi l’autore riesce a disegnare un’idea verosimile e anche suggestiva di questa situazione, servendosi di strumenti mutuati dall’arte e dalla scienza: il risultato è un volumetto di lettura non facile ma inconsueto e traboccante di spunti.
Giovanni Agnoloni, “La casa degli anonimi”, Galaad 2014, pag.276, € 13,00