A fronteggiare i Dark Sarah v’è la graziosa Heidi Parviainen, già voce degli Amberian Dawn e fiera sostenitrice del filone più teatrale del goth-metal. Tanto da spingersi a definire il genere praticato dal suo nuovo ensemble cinematic-metal. Mi fido delle sue parole, e mi metto comodo. L’impostazione operistica, non solo nel cantato, caratterizza sicuramente Behind the black veil, ma per fortuna in più di una canzone si semplifica, si sfronda, fino a far confluire il tutto in un sound piacione, commerciale, ed è in questi frangenti che i finnici paiono decisamente più spontanei. Nulla da eccepire in quanto a capacità della vocalist (appaiono poi ospiti illustri come Tony Kakko dei Sonata Arctica, Inga Scharf dei Van Canto e l’ex-Xandria Manuela Kraller, cercate su youtube la clip di “Memories fall”), ma come sovente accade in simili circostanze, ci si imbatte in scomodi paragoni (quando si paga evidente dazio ai Nightwish era-Turunen): se la cavano comunque, i Dark Sarah, evitando che il loro classic-symphonic si risolva in un esercizio di calligrafia, badando al sodo e seguendo la via maestra senza esitare. V’è comunque da rilevare che quattordici brani sono decisamente troppi, anche per il super-appassionato di metal female-fronted: benedetto vinile, tu si che ci toglievi da ogni imbarazzo… e sopra tutto rendevi più agevole l’opera di cernita (si evitava di aggiungere minuti tanto per accontentare l’esausto, finanziariamente s’intende, acquirente), a patto che si cassino i più debolucci del lotto. La lunga attesa (la Parviainen aveva già annunciato il progetto post-Amberian Dawn un paio di anni fa) s’è compiuta, l’esito complessivamente è positivo, il team che la sostiene è di prim’ordine, non si poteva sbagliare proprio. Ma perché non metterci un pochino più di personalità? Come in altri casi, brava lo è, chiaro, ma a volte la tecnica non è sufficiente. (PS: l’artwork è spettacolare e la confezione contiene un dono per le appassionate).