Preceduto dal singolo “Quel poco che siamo”, Nichilismo artificiale tascabile è il terzo disco del gruppo carpigiano, e segue quel “Diviso2” che si guadagnò i meritati favori di critica e pubblico all’epoca della sua pubblicazione. Quattro anni sono trascorsi da allora, il loro rientro segna pure un mutamento nella formazione, ma indubbiamente NAT ci restituisce un gruppo motivato e coeso, pronto ad affrontare le sfide del bizzoso mercato, districarsi nei meandri oscuri del quale certo non è facile impresa. Una diecina di canzoni (più gradevolissima ghost-track, una versione notturna della meditabonda “Trasparente”, la quale contiene flebili tracce dei Delta V più inclini alla melancolia) ottimamente interpretate in madre-lingua, per la loro natura pronte a soddisfare un pubblico ben più ampio di quello canonicamente dark/goth. Le potenzialità indubbie dei due episodi già citati, la title-track, “Fragili meccanismi”, la ficcante (anche nel testo) “La politique”, la spigliata “Il suo male” (eccellente esempio di wave declinata in italiano), il gran finale di “Gotica” (l’epica ottantiana riveduta ed attualizzata) sono solo dei punti fissati su d’una mappa sonora assai più ampia, collegandoli l’uno all’altro si otterrà un disegno lineare e definito, alla definizione del quale sicuramente ha contribuito l’esperienza maturata in tutti questi anni (l’omonimo EP d’esordio risale al 2006, ma la fondazione dell’insieme è datata 2000). Suoni ben bilanciati e nitidi, chitarre mai invadenti, sezione ritmica puntuale, tastiere presenti ed una bella voce, gli ingredienti ci sono proprio tutti. A loro ora il compito di farli apprezzare anche dal vivo, a noi quello, parimenti gravoso, di non lasciarli scivolare nell’oblio, bensì valorizzarli puntualmente.
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