Disco dal vivo per celebrare i (primi) dieci anni di attività di un gruppo as-so-lu-ta-men-te underground. Presunzione? Sì, pure, perché no? Prima considerazione: non è da tutti arrivarci. In Italia, poi… Magari se fai cover, ma se proponi materiale tuo… Seconda: ne hanno pieno diritto, fra l’altro si sono sempre auto-prodotti. Terza ed ultima: questi dieci brani dal vivo rendono benissimo, anzi paiono scritti apposta per esaltarsi in quella dimensione. Suono grezzo, diretto, non ci sono sovra-incisioni (forse per esigenze di budget, ma allora è meglio così), il gruppo mantovano si dimostra unito e deciso, “La fuga” e le sue sorelle si fanno più affilate, più immediate (“Venezia” ed “Ombra” non le cito a caso), si spogliano di quei pochi orpelli che adornavano le versioni in studio, mostrando la loro vera anima, perché sul palco non ci si può nascondere. Una live-band che suona con naturalezza e senza forzare, chi avanza ancora riserve sul cantato in italiano si dovrà ricredere. Si può fare, si deve fare! Ottima la performance del cantante Marco Grazzi, che con l’onnipresente tastierista Carlo Enrico Scaietta diede lo start al progetto nel 2004, la chitarra di Federico Bonazzoli sorprende per varietà espressiva e per certe soluzioni (come in “Dilanio dell’anima”, “Frammenti”) sorprendenti, Marco Beccari (basso) e Stefano Morbidi (batteria) costituiscono la sezione ritmica, spina dorsale dell’apparato sonoro del gruppo, il resto lo fanno le canzoni, come è giusto che sia. Decadenza costituisce sì un sunto di quanto prodotto in questa decade appena archiviata, ma al tempo stesso fornisce interessanti spunti per il futuro, che il quintetto saprà opportunamente capitalizzare. Al prossimo anniversario, allora!
PS: bonus-track la versione live in studio di “Warsaw” dei Joy Division (da “3.5 decades – a Joy Division italian tribute” del 2014). Da “La fuga”, album del 2012, sono tratte “La fuga”, “Venezia”, “Occhio elettrico”, “Ombra”, “Frammenti”, “Nebbia di guerra”. Dal singolo “Senza fiato” del 2012 la track omonima e “Cenere”, “Dilanio dell’anima” risale al 2009, all’EP “Sacralità”, l’apertura di Decadenza è affidata all’inedito “Pioggia fredda”.