A due anni dall’autoprodotto ep “Blood under snow” tornano a proporsi i triestini SilentLie, confermando le prime, positive impressioni suscitate dall’ascolto di quella manciata di brani. Più incisivi, più personali, dotati di un appeal melodico gradevolissimo, i dieci episodi che formano l’ossatura del robusto Layers of nothing evidenziano le ottime qualità delle quali il quartetto è dotato, e la naturalezza colla quale sa proporsi: il disco riserva più d’una sorpresa nel suo procedere lesto dalla prima all’ultima sezione, con la title-track ch’espone il lato più romantico ma fermo, ed una sorprendente “Change” che, nei frangenti più solenni e compassati, esibisce un chitarrismo sabbathiano che rimanda all’era-Dio, quella più epica e magniloquente. Il lavorio indomito del chitarrista Luigi Pressacco trova una valida sponda nella sezione ritmica costituita da Andrea Sportiello, il quale si divide fra basso e tastiere, elemento fondante dell’amalgama sonora del combo (alla quale Mika Jussila dona un flavour tipicamente nordico), e dal batterista Andrea Piergianni. Giorgia Sacco Taz s’esibisce senza timori né incertezze, non la solita sirena dal timbro pulito della quale non ne sentiamo più necessità, bensì una cantante grintosa, valore aggiunto di un disco che, giunto al compimento del decennale dalla fondazione del complesso, costituisce una prova decisiva anche e sopra tutto in prospettiva futura. Avvalora la tesi d’una opera studiata con attenzione l’eccellente ed accattivante artwork. Un punto in più che giova assai, di questi tempi caratterizzati da spietata concorrenza.
Per informazioni: http://www.www.facebook.com/silentlieband
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