Non si può sentire. E non ho detto che non si possa ascoltare. Ma “sentire” è tutt’altra cosa. Non penso esista qualcuno che possa apprezzare quello che è stato fatto per questo “Siberia Reloaded”.
Parlo in qualità di un classe ’80, di una persona che quando è uscito “Siberia” aveva solo quattro anni, di una persona che non ha vissuto il glorioso periodo New Wave come avrebbe voluto, in prima persona. Ho conosciuto “Siberia” nel 2001 ed è stato colpo di fulmine. Documentandomi ho poi scoperto l’importanza che questo disco aveva avuto per tutta la scena alternativa italiana. Di quanto fosse considerato come “disco culto” da molti artisti che ne hanno tessuto le lodi e lo hanno indicano come fonte di ispirazione. E non è difficile capirne il perché: “è un disco perfetto”.
Così, dopo svariate e non necessarie ristampe che si susseguono con cadenza quasi obbligata, ma non obbligatoria, ecco che qualche mese fa fece comparsa sulla rete la notizia che ci sarebbe stata un nuova versione del disco, cantata da colui che il disco lo aveva scritto, più di trenta anni fa: Federico Fiumani. La mia curiosità, devo ammetterlo, era alta, perché grazie a Siberia ho scoperto i Diaframma, e grazie ai Diaframma ho coltivato la conoscenza di Fiumani che, dall’EP “Gennaio” prese in mano la band, facendola diventare un suo progetto a 360°. Allo stesso tempo cresceva in me il dubbio che per affrontare un progetto ambizioso come questo, oltre al coraggio e alla preziosa collaborazione di Maroccolo, occorresse anche la convinzione.
La convinzione, giusto lei, manca in questo album. Le canzoni sono letteralmente “violentate” e non le possono “sentire” appunto, né i fan di vecchia data, né i fan classe ’80 come me. Ma la cosa più grave di tutte è che se malauguratamente, esistesse la remota possibilità che un giovane adolescente di oggi, possa avvicinarsi alla creatura di Fiumani con questo “Reloaded”, rigetterebbe persino l’idea di avvicinarsi al disco originale, perché perderebbe interesse per il progetto “Diaframma”, nonché nei confronti dell’intera discografia del gruppo, tanto sarebbe lo shock iniziale.
Non si capisce lo scopo di quest’opera: si volevano pubblicare dei pezzi nuovi, come le tracce aggiuntive di questa edizione? Allora non era forse meglio far uscire un “Siberia Reloaded” live con l’aggiunta dei pezzi in studio? Ai nostri occhi di seguaci dei Diaframma, sarebbe risultato tutto molto meno indigesto. Ed invece? Questa operazione è una vera e propria pugnalata al cuore, pertanto chiedo a Federico di non persistere nell’errore e di lasciar stare mostri sacri, nonché sue creature, quali “3 Volte Lacrime” e “Boxe”, nei quali, inutile dirlo, cantava Miro Sassolini e consegnare magari alle stampe nuovi album in linea con la produzione eccelsa alla quale ci hai abituato e, perchè no, ristampare quegli episodi discografici ormai introvabili come “Sesso e Violenza”, giusto per citarne uno.