voguePer chi non è ossessionato dalla ricerca di nuove sensazioni – una smania che chi scrive conosce molto bene! – la musica di Vogue Noir, anzi VOGUE.NOIR, come è scritto sul disco, si inserisce in una tradizione ben nota ma in chiave moderna e con risultati ragguardevoli: il ‘cervello’ del progetto – il cui nome, Dominique Cologne aka Aleks Ippolito, non dice granché – proviene dall’esperienza del duo Sato Sato ed oggi si misura da solo con lo stesso genere ma con un approccio più elegante e morbido, con melodie malinconiche ma anche ‘danzerecce’ che risultano davvero gradevoli da ascoltare. L’EP Vogue Noir contiene sei brani che non dispiaceranno ai nostalgici ma saranno apprezzati anche dai più recenti frequentatori dei dancefloor. Vediamo per esempio “Crush!”: l’inizio dai toni cupissimi si dissolve in un ritmo dinamico, una tessitura elettronica accattivante ed una parte vocale ‘tenebrosa’, in sostanza, un synthpop dai gradevoli colori dark. Il mood continua con “Belief”, dove la melodia davvero riuscita ha un sapore deliziosamente ‘vintage’ e non si smetterebbe di ascoltarla; non male anche “Stratosphere”, animata da ‘arabeschi’ elettronici di fine fattura. Troviamo poi uno degli episodi migliori del disco, “Berlin”, più teso e vario, dove linee elettroniche minimali ed ipnotiche  sono ravvivate dalla voce della brava Tullia Benedicta ad evocare immagini oniriche quanto inquietanti. Così, dopo la pausa di ampio respiro di “Void” in cui sonorità atmosferiche sembrano dissipare le tenebre, ecco la traccia che ha raccolto più elogi, soprattutto perché vi è ospitata come vocalist la ormai nota Nathalia Bruno del progetto Drift: in realtà “Segments” è semplicemente un brano synthpop efficace e raffinato cui la Bruno conferisce un tocco di sensualità e suggestione. Vogue Noir è quindi un lavoro non fantasioso ma che non può non riuscire gradito agli amanti di un genere che, evidentemente, ha sempre il suo fascino.