Trio portoghese in attività da pochissimo, She Pleasures Herself – Nuno Varudo, David Wolf e Nuno Francisco – ha di recente pubblicato per Manic Depression il suo primo album, Fetish, con il quale si propone di ‘sdoganare’ una versione, per così dire, ‘lusitana’ della dar nkwave che, in verità, non si allontana granchè dalle più cupe sonorità anni ’80, in questo caso come in tanti altri, naturale punto di partenza dell’ispirazione musicale. Il sound dei tre è dark il giusto, talvolta ‘gothicamente’ aggressivo in stile ‘Sisters of Mercy’, talvolta semplicemente di freddezza desolata, sempre definito da tonalità di basso ‘sorde’ e cupissime e da un drumming secco quanto inquieto che gli amanti del genere non possono non riconoscere ed apprezzare. Prendiamo “Time”, con il suo esordio ‘nevrotico’: la traccia, senz’altro adatta al dancefloor, sembra tuttavia concepita per riprodurre una corsa o un inseguimento, con la ritmica incalzante, la trama elettronica ipnotica e ripetitiva e la voce di Nuno Varudo di insondabile profondità. Subito dopo, “Crime”, forse uno degli episodi più intriganti, rivela la grinta a colori gothic che caratterizza vari brani del disco, con robuste note di chitarra abbinate ad un’elettronica vibrante, vagamente ‘schizzata’ mentre “Trust” opta per un’oscurità dal sapore apocalittico, con ritmo sostenuto, derive industrial ed esiti molto interessanti. Ma gli aspetti da approvare non finiscono qui: dopo la gradevole ma più convenzionale “Fake” e il doveroso omaggio allo stile Sisters Of Mercy in “Dance With Her”, troviamo un altro godibile momento ‘ansiogeno’ ad andamento di ‘trotto’ (“Ghost”) e la cover pregevole di una bellissima hit degli anni ’80, “I Can´t Live In A Livingroom” risalente alla misconosciuta band belga, Red Zebra, che ben pochi forse ricorderanno. Non male la tetra “Oceans Of Pleasure” più allineata ai canoni darkwave, mentre delle ultime tre tracce mi limito a segnalare la conclusiva “The End”, con lo straordinario, inconfondibile basso in bella evidenza, che chiude un disco piacevole, da non ‘bruciare’ dopo un ascolto superficiale.
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