I Norimberga arrivano da Firenze, culla della new wave italiana grazie al Tenax e alla Contempo Records e la loro musica è come un omaggio a quei tempi ed al gruppo fiorentino che più li ha rappresentati: i Diaframma.
Troppo giovani per aver vissuto quell’epoca, li immagino cresciuti all’ombra di quel mito, che probabilmente hanno coltivato fino al momento in cui hanno fondato dapprima i The Colony, una tribute band dei Joy Division che è evoluta nella composizione di pezzi originali ma fedeli a quelle atmosfere e quelle sonorità sotto il nome di Norimberga (in fondo una città simbolo della II Guerra Mondiale, come Warsaw, forse un velato riferimento che solo i fan dei Joy Division riescono a cogliere.)
Dopo otto anni di attività e tre demo tapes hanno da poco pubblicato Carne, un album composto da nove pezzi che affondano le radici negli anni ’80.

“Ricordo” è un pezzo con un testo intimista che definirei di “new wave di stampo italiano”, reso personale da riff non così presenti negli album dell’epoca.
“L’acqua” ha delle sfumature più gotiche, pur restando ancorata, soprattutto nel testo, alle tematiche esistenzialiste più consone alla wave che ad immaginari gotico vittoriani.
“Ferita” è un brano più lento ed introspettivo, con dei refrain che accentuano il lato emotivo e drammatico.
“Senza apparente controllo” ha dei giochi di contro suono che mi fanno pensare ad un “Atrocity Exibition” rielaborata in chiave più rock.
Con “L’amante” si torna al sound di “matrice fiorentina”: un ritmo teso e tormentato come le liriche malinconicamente romanticamente e riflessive.
“Senza” ha un’energia lacerata, quasi a rappresentare il desiderio di fuga, sia fisico sia interiore di cui parla il testo.
“Gabbie” ha un giro di chitarra ipnotico che arricchisce una musica tesa e carica di emozioni… Mi piace pensare che il giorno di maggio a cui si riferisce il testo sia il 18 e che questo pezzo sia un velato omaggio a Ian Curtis, immaginato “libero” dalla carne nell’aldilà.
“Splendide bugie” suona come una fusione tra la “scuola fiorentina” e la canzone d’autore, con gli assoli che trascinano in un crescendo emozionale in bilico tra trascendenza e realismo ateo.
In “Nel presente”, il brano che chiude l’album, appare una tastiera in evidenza ed una chitarra dal suono più acustico, che nella seconda metà del brano sfuma in un crescendo rock.

Un album, gradevole, per nostalgici, che sicuramente si emozioneranno ad ascoltare un gruppo che suona oggi una musica che avevano imparato ad amare ed apprezzare molti anni fa… E forse quest’impeto nostalgico è lo stesso che ha spinto Nicola Vannini a distribuire quest’album con la sua Audioglobe.